Wall Street Journal contro l’Italia: condanna gli agenti che agivano per proteggerla

WASHINGTON – Passata in silenzio in Italia, la notizia invece campeggia sulla prima pagina del Wall Street Journal di oggi. “L’Italia ha ritirato la richiesta di estradizione a carico dell’ex agente della Cia Sabrina De Sousa, dopo la grazia parziale concessale dal presidente della Repubblica italiano Sergio Mattarella. L’ex agente della Cia, che era stata arrestata dalle autorita’ portoghesi proprio in vista della sua estradizione in Italia – scrive l’importante quotidiano finanziario – e’ stata rimessa in libertà”.

“De Sousa, 61 anni, era stata condannata in absentia assieme ad altri 22 agenti dell’intelligence Usa per il sequestro dell’ex imam egiziano Abu Omar a Milano avvenuto nel 2003 nell’ambito del programma di Extraordinary Renditions varato dall’amministrazione presidenziale Usa Bush dopo gli attentati dell’11 settembre 2001 per dare la caccia ovunque nel mondo ai terroristi islamici e ai loro fiancheggiatori, finanziatori, indottrinatori e reclutatori”.

Intervistata a Lisbona, la donna ha ringraziato l’amministrazione del nuovo presidente americano Donald Trump per essersi fatta carico del suo caso, ed ha citato in particolare l’ex deputato repubblicano Pete Hoekstra, che ha esercitato pressioni sulla comunita’ d’intellicente Usa affinche’ negoziasse con le autorita’ italiane in favore della ex agente segreto operativo.

“La nuova leadership della Cia ha sostenuto Sabrina al cento per 100”, ha dichiarato Hoekstra commentando l’epilogo della vicenda. “La prospettiva di un ex agente della Cia rinchiuso in una prigione italiana sarebbe stata inaccettabile in termini d’immagine. Questa e’ stata per 13 anni una ferita aperta nelle relazioni tra Italia e Stati Uniti, e ora finalmente si sta rimarginando“.

La Cia ha evitato di commentare pubblicamente la vicenda, come è suo costume.

La direzione del “Wall Street Journal”, invece, ha pubblicato oggi un editoriale non firmato e quindi da attribuire ai vertici editoriali del giornale, che critica duramente il disinteresse delle precedenti amministrazioni presidenziali Usa negli otto anni di Obama, la lunga persecuzione giudiziaria di De Sousa da parte delle autorita’ giudiziarie italiane e la “grazia a meta’” che le ha consentito di rimanere in liberta’.

La commutazione della pena e’ un sollievo per De Sousa e per la sua famiglia, ma Roma avrebbe dovuto accordarle il pieno perdono – scrive il quotidiano -. Gli agenti che sequestrarono Abu Omar agivano per proteggere l’Italia, nell’esercizio delle loro funzioni formali, in accordo con gli ordini ricevuti e con la collaborazione delle autorita’ italiane“.

Parole chiare che ovviamente in Italia nessuno ha riferito all’opinione pubblica.

La direzione del Wall Street Journal sottolinea – testualmente – che “il presidente della Repubblica italiano ha motivato la grazia parziale con la fine del programma di sequestri extra-giudiziali da parte di Washington” – una motivazione che il quotidiano contesta perchè “suggerisce che le azioni ritenute legali in un preciso momento possano successivamente compromettere la vita dei patrioti che le hanno compiute al semplice mutare degli umori politici”.

“La conclusione piu’ deprimente che si puo’ trarre dalla vicenda – sostiene in fine il quotidiano – “è che mentre in Europa aumenta la minaccia islamista, troppi leader europei continuano a condannare i passi necessari a fronteggiare tale minaccia e a sconfiggerla”.

Detto in breve: il governo italiano invece di fronteggiare concretamente la minaccia del terrorismo islamico, persegue chi lo combatte per sconfiggerlo.

Oggi, scritto sulla prima pagina del più importante quotidiano finanziario del mondo.

Redazione Milano – IL NAZIONALISTA