Pechino studia rimedi per le gravi conseguenze della politica del figlio unico e dell’aborto di genere
Dopo aver costretto a lungo i cinesi ad avere un solo figlio, Pechino sta addirittura pensando a versare un sussidio a chi ne fa due. L’abolizione della contestata legge sul figlio unico un anno fa non è infatti bastata ad aumentare la natalità come speravano le autorità.
Troppi genitori non si possono permettere economicamente un secondo figlio, ha ammesso Wang Peian, vice ministro della Commissione nazionale salute e pianificazione familiare. “Avere un secondo figlio è un diritto di ogni famiglia in Cina, ma il fatto di non poterselo permettere rende difficile questa decisione”, ha detto al China daily, quotidiano cinese in lingua inglese. Per questo, ha aggiunto, il governo sta considerando l’introduzione di “premi di nascita e sussidi” per incoraggiare i genitori ad avere un secondo figlio.
La revoca dell’obbligo del figlio unico ha portato a 1,3 milioni di nascite in più nel 2016, ma per le autorità i numeri sono ancora insufficienti. Secondo uno studio della Commissione competente il 60% delle famiglie è riluttante ad avere un secondo figlio per motivi economici. Introdotta nel 1976 per limitare la crescita della popolazione, e fatta rispettare con politiche fortemente repressive, la politica del figlio unico non è più in vigore dal gennaio 2016. Il risultato di questa politica è stato infatti un grave squilibrio demografico, con un invecchiamento della popolazione e un maggior numero di maschi rispetto alle femmine. (a causa dell’aborto di genere). adnkronos