La scoperta della fossa risale a qualche giorno fa, ma secondo alcuni detenuti sopravvissuti agli scempi dell’Isis hanno riferito che durante gli interrogatori venivano spesso minacciati dagli uomini del califfato di essere “inviati nella buca del terrore”. Secondo abitanti del luogo la grande buca “veniva usata dai jihadisti per le esecuzioni e come cimitero collettivo per gettare i cadaveri delle loro vittime“. “Li portavano con gli occhi bendati e le mani legate dietro la schiena poi li facevano inginocchiare ai bordi della fossa prima di spararli alla nuca e gettarli sotto”, ha detto Mohammed Yassin un 56enne abitante della vicina località di Hamam al Alil. Yassin, che è un militare in pensione, ha affermato che da quando l’Isis ha preso il controllo della zona nell’estate del 2014, ha visto non meno di 6 esecuzioni di massa nella buca di al Kasah.
TESTIMONIANZE Dell'”enorme voragine” parla a France Presse, Hussein Khalaf Hilal, un 73enne che racconta così la sua storia: “un giorno sono venuti a casa mia, mi hanno bendato gli occhi e legato le mani alla schiena e mi hanno portato su un auto con i vetri oscurati”, poi “mi hanno portato sul posto per spaventarmi perchè volevano che giurassi fedeltà al Califfo”. L’anziano uomo prosegue affermando di essersi salvato “dopo che ho chiesto di avere l’occasione per giurare fedeltà, e così mi hanno portato al carcere e non mi hanno gettato dentro la buca”. Lo stesso uomo assicura che “i jihadisti dopo averle obbligate di prendere una pillola ordinavano le vittime di buttarsi da soli anche dieci o quindici persone per volta“.
Da parte sua Balqis Wali, una un’attivista nel campo dei diritti umani afferma che di storie di esecuzioni collettive ne abbiamo sentite molte in questi mesi: “La prima volta che ho sentito di questo luogo è stato circa un anno fa da persone fuggite dall’Isis: persone che parlavano di esecuzioni in quel luogo e detenuti che mi dicevano di loro compagni di cella trasferiti in al Kasfah”. Non ci sono dati ufficiali sul numero delle vittime gettate nella grande buca, ma l’attivista Wali afferma che “il numero che ha circolato insistentemente durante le mie interviste è di quattro mila” cadaveri.
LUOGO DOVE SABATO E’ MORTA GIORNALISTA CURDA E’ nei pressi di questa stessa buca che sabato scorso ha trovato la morte la giornalista della tv curda Rudaw, Shafa Gardi: Era andata proprio in questo luogo per intervistare un comandante delle milizie sciite quando inavvertitamente ha calpestato un ordigno facendolo esplodere.Fth ASKANEWS