VENEZIA, 24 FEB – Alberto Savi, l’ex poliziotto condannato all’ergastolo per gli omicidi della Uno bianca, ha chiesto e ottenuto per la prima volta dopo 23 anni di carcere un permesso premio: dodici ore di libertà, dalle 8 alle 20, di cui ha già beneficiato trovando ospitalità in una comunità protetta.
Savi, 52 anni, è detenuto nel carcere di Padova. Contro il permesso premio si era schierata la Procura della Repubblica. ansa
La notizia è stata accolta con molta amarezza da Rosanna Zecchi, presidente dell’associazione delle vittime della Uno Bianca: “Non lo so, non so perché abbia ottenuto questo permesso premio. Certo non lo ritengo giusto”.
(anasa) “Mi auguro che il giudice di sorveglianza” che ha concesso il permesso a Savi “abbia figli e capisca cosa hanno fatto quelli alle famiglie che avevano dei figli: glieli hanno tolti, il mio aveva 22 anni e mi rimane solo una tomba. Non ho più lacrime da piangere”.
E’ arrabbiata Anna Maria Stefanini, mamma di Otello, il carabiniere ucciso dalla Uno bianca insieme ai colleghi Mauro Mitilini e Andrea Moneta il 4 gennaio 1991 nella Strage del Pilastro a Bologna. “La legge in Italia – dice al telefono con l’ANSA – è una vergogna, uno schifo. Che Paese è un Paese in cui persone che hanno ucciso 24 persone e ne hanno ferite 103 possono avere dei benefici? Devono gettare la chiave: nessun beneficio, nessun diritto. Non voglio vendetta, voglio giustizia. Hanno tolto la vita alle persone, la loro la devono passare in carcere fino alla fine. Che muoiano là dentro. Ogni volta che sentiamo queste cose è come se uccidessero nostro figlio di nuovo. Credo in Dio, sono cristiana ma non posso perdonare queste persone”.