Il 2016 si chiude all’insegna del credit crunch per le aziende italiane: i prestiti delle banche alle imprese, nel corso dello scorso anno, sono calati di quasi 17 miliardi di euro (-2%) nonostante l’aumento di oltre 13 miliardi dei finanziamenti a medio termine.
A pesare sul calo è la diminuzione di quasi 20 miliardi dei finanziamenti a breve e di 10 miliardi di quelli di lungo periodo. In totale, lo stock di impieghi al settore privato è diminuito di 12,5 miliardi, passando da 1.412 miliardi a 1.400 miliardi. Un miliardo al mese in meno ad aziende e cittadini.
Questi i dati principali del rapporto mensile sul credito realizzato dal Centro studi di Unimpresa, secondo il quale le rate non pagate sono tornate ad aumentare, anche se in maniera molto lieve: nel 2016 si è registrato un incremento pari a 162 milioni (+0,08%).
Secondo il rapporto dell’associazione, basato su dati della Banca d’Italia, il totale dei prestiti al settore privato è calato negli ultimi 12 mesi di 12,5 miliardi (-0,89%) passando da 1.412,7 miliardi di dicembre 2015 a 1.400,2 miliardi di dicembre 2016.
Nel dettaglio, è calato di 16,9 miliardi (-2,13%) lo stock di finanziamenti alle imprese passati da 792,9 miliardi a 776,05 miliardi: nel dettaglio, sono calati di 19,7 miliardi (-7,04%) da 280,6 miliardi a 260,9 miliardi i crediti a breve termine (fino a 1 anno).
E, ancora, giù di 10,8 miliardi (-2,97%) i prestiti di lunga durata (oltre 5 anni) scesi da 365,5 miliardi a 354,7 miliardi; sono invece cresciuti di 13,7 miliardi (+9,34%) i finanziamenti di medio periodo (fino a 5 anni) passati da 146,6 miliardi a 160,4 miliardi.
Risultano complessivamente in aumento di 4,3 miliardi (+0,71%) i prestiti alle famiglie, passati da 619,7 miliardi a 624,1 miliardi: in particolare, è salito di 5,3 miliardi (+6,53%) il credito al consumo (denaro concesso per acquistare elettrodomestici, automobili, televisori e smartphone) passato da 81,2 miliardi a 86,5 miliardi.
In aumento anche i mutui di 5,8 miliardi (+1,61%), saliti da 362,3 miliardi a 368,1 miliardi; in calo, invece, i prestiti personali, scesi di 6,7 miliardi (-3,82%) da 176,2 miliardi a 169,5 miliardi.
Per quanto riguarda i prestiti non rimborsati, si registra un lieve aumento delle sofferenze lorde, cresciute in totale di 162 milioni dai 200,7 miliardi di dicembre 2015 ai 200,8 miliardi di dicembre 2016. Il rapporto tra sofferenze lorde e prestiti è passato dal 14,21% al 14,35%.
Sono aumentate di 341 milioni (+0,24%) le rate non pagate dalle aziende, salite da 142,9 miliardi a 143,2 miliardi; in calo di 241 milioni (-0,65%) anche i crediti deteriorati riconducibili alle famiglie – passati da 37,3 miliardi a 37,08 miliardi – e di 51 milioni (-0,32%) quelli legati alle imprese familiari, calati da 16,09 miliardi a 16,04 miliardi.
Sono invece risultate in aumento di 113 milioni (+2,59%) le sofferenze della pubblica amministrazione, delle assicurazioni, dei fondi e delle onlus.
In totale le sofferenze nette, ovvero quelle non coperte direttamente da garanzie, sono calate di 1,6 miliardi (-1,85%) da 88,5 miliardi a 86,8 miliardi. Il rapporto tra sofferenze nette e prestiti è passato dal 6,27% al 6,20%. ADNKRONOS