Il colosso indiano che vuole comprare l’Ilva: “Produrremo acciaio usando gas”

“L’utilizzo del gas in siderurgia in sostituzione del carbone non è una chimera o una fantasia irrealizzabile. È una realtà tecnologica e industriale che applichiamo da tempo nelle nostre acciaierie in India. Se ci aggiudicheremo l’Ilva con la compagine di AcciaItalia, sarà con il preridotto e altre soluzioni tecniche basate sul gas che faremo tornare blu il cielo e pulita l’aria di Taranto ed elimineremo sostanze nocive cancerogene come gli Ipa (idrocarburi policiclici aromatici) che sono conseguenza dell’uso del carbone”.

E’ questa la soluzione che il Sajjan Jindal, presidente di Jindal South West, società indiana entrata a novembre nella cordata per Ilva di Acciaitalia, prefigura per salvare l’ambiente e la salute dei cittadini pugliesi. A cominciare dalla vituperata Taranto, spiega in un’intervista al Sole 24 Ore.

Emiliano esulta e parla di “vittoria politica”

Parole accolte con entusiasmo dal presidente della Puglia, Emiliano, per il quale si tratta di una “vittoria politica” sulla decarbonizzazione. “Per me è giusto parlare di Vision Italia – spiega ancora l’imprenditore indiano -. Non abbiamo mai compiuto un investimento in Europa. Lo vogliamo fare per la prima volta. Con questa operazione giochiamo in Europa e scommettiamo sull’Italia per l’esperienza che caratterizza le maestranze del settore manifatturiero italiano”, aggiunge. “Le ragioni imprenditoriali che ci hanno spinto a entrare in AcciaItalia sono indipendenti dalla vicenda della famiglia Riva”. Tra i motivi, sottolinea, c’è “prima di tutto la consapevolezza che l’Italia è uno dei maggiori mercati europei per l’acciaio, che ancora oggi ha un potenziale di 30 milioni di tonnellate annue ed è importatore netto di acciaio, soprattutto dei prodotti piani”.

Previsti investimenti per diversi miliardi di euro

“Pensiamo di investire una cifra significativa, nell’ordine di diversi miliardi di euro. L’obiettivo è arrivare, in un periodo compreso fra i tre e i cinque anni, a produrre fra i 10 e i 12 milioni di tonnellate all’anno. Sei milioni di tonnellate con le tecniche tradizionali e fra 4 e 6 milioni di tonnellate prodotte con tecniche alternative, fra cui l’utilizzo diretto del gas nel processo produttivo, il preridotto e il forno elettrico ad arco che consentirebbe di dare maggiore flessibilità ai livelli produttivi».

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