Nato: “L’Italia deve spendere di più per la difesa”

L’Italia, insieme agli altri Paesi che non rispettano l’obiettivo fissato dalla Nato di spendere il 2% del Pil per la difesa, deve “fermare i tagli” al settore e “iniziare ad aumentare la spesa per la difesa”.

Lo sottolinea il segretario generale della Nato Jens Stoltenberg, in conferenza stampa a Bruxelles alla vigilia della riunione dei ministri della Difesa dell’Alleanza.

“Siamo consapevoli – dice Stoltenberg, rispondendo in merito ai vincoli di bilancio che l’Italia ha, come altri Paesi, per via del patto di stabilità – che diversi alleati della Nato hanno difficoltà con i bilanci, con il deficit e affrontano sfide su come aumentare le spese per la difesa. Ciò detto, si tratta sempre di come dare la priorità alla difesa”.

“Mi aspetto – prosegue – che i 28 alleati mantengano gli impegni che hanno concordato. Quello che abbiamo concordato sono tre passi: fermare i tagli alla difesa, aumentare gradualmente la spesa per la difesa e poi muovere verso l’obiettivo del 2%”.

“Non ci aspettiamo – aggiunge Stoltenberg – che tutti gli alleati rispettino l’obiettivo del 2% immediatamente, ma ci aspettiamo che tutti gli alleati fermino i tagli al settore e inizino ad aumentare la spesa per la difesa”. “Ed è questo il caso anche dell’Italia. Il quadro è misto: alcuni Paesi sono al 2% o vicini al 2%, altri invece hanno difficoltà. Io continuerò a sottolineare che tutti gli alleati devono rispettare gli impegni che hanno preso”, afferma il segretario generale della Nato.

“Nelle mie due conversazioni telefoniche con il presidente Usa Donald Trump – riferisce inoltre Stoltenberg – la spesa per la difesa è stata uno degli argomenti principali. Trump ha chiaramente espresso un forte impegno per la Nato e per il legame transatlantico, ma in entrambe le telefonate ha anche sottolineato l’importanza di un ‘burden sharing’, di una condivisione degli oneri più equa, dicendo che quei Paesi che spendono meno del 2% del Pil devono rispettare l’obiettivo. E io sono d’accordo con lui”.

Secondo dati Nato basati sul Pil stimato per il 2016 e pubblicati a luglio, solo Usa (3,61% del Pil), Grecia (2,38%), Regno Unito (2,21%), Estonia (2,16%) e Polonia (2%) tra gli alleati rispettano l’obiettivo. L’Italia spende l’1,11% (in aumento comunque rispetto al 2015), la Germania l’1,19%, la Francia l’1,78% (è la più vicina al target tra i ‘ritardatari’), la Turchia l’1,56%, il Canada lo 0,99%. Quello che spende meno è il Lussemburgo, allo 0,44% del Pil. ADNKRONOS