“A leggere alcuni passaggi delle motivazioni della sentenza con cui è stato condannato il Carabiniere che ha sparato all’auto con a bordo dei ladri in fuga si percepisce ancor di più, ove mai ce ne fosse bisogno, l’abissale distanza fra le teorie di chi pensa di poter parlare di fare sicurezza da dietro una scrivania e chi passa le notti in mezzo alla strada, sapendo che può accadere qualsiasi cosa, che si può incrociare il più imprevedibile dei comportamenti e che si può morire in un istante nel modo più inaspettato. Ma quel che colpisce di più è come tutto ciò strida terribilmente con il clima di tensione e di terrore che viviamo ai giorni nostri, fra le sfide del terrorismo e della criminalità, organizzata e non, di casa nostra, che per altro verso tengono le Forze dell’Ordine schiacciate sotto al giogo delle pretese, delle aspettative, degli ‘occhi puntati’ addosso perché ci si aspetta che siamo in grado di prevenire o fermare qualsiasi cosa. Già… peccato che dobbiamo farlo con la sola forza del pensiero! Con le dotazioni di servizio no, per carità! Altrimenti è eccesso colposo. E se poi un collega finisce scaraventato in un burrone durante una colluttazione con un fuggitivo e muore chi se ne frega! Francamente tutto questo ci pare un po’ eccessivo”.
Così Franco Maccari, Segretario Generale del Coisp, Sindacato Indipendente di Polizia, dopo che sono state pubblicate le motivazioni della sentenza con cui a novembre è stata inflitta una condanna a un anno di reclusione (pena sospesa) per omicidio colposo, derivante da un eccesso colposo nell’uso dell’arma di servizio, all’appuntato dei Carabinieri Mirco Basconi. Il primo febbraio del 2015 il militare esplose alcuni colpi contro la vettura di tre ladri in fuga, in contrada Lanternone di Ostra Vetere: uno degli occupanti del Suv Mercedes inseguito, Korab Xheta, 24 anni, albanese, venne ferito a morte da un proiettile rimbalzato sull’asfalto e penetrato nel lunotto posteriore. In giudizio è stato accertato che il militare ha sparato alle gomme, purtroppo, però, secondo il giudice la pattuglia avrebbe dovuto chiamare rinforzi o al massimo tirare dei colpi in aria, perché “l’uso delle armi deve costituire l’extrema ratio nella scelta dei mezzi per l’adempimento del dovere”.
“E infatti è proprio per questo che ad Ancona un fedele Servitore dello Stato è stato messo alla gogna e addirittura condannato, esattamente per aver fatto il proprio dovere. Si possono scrivere anche fiumi di inchiostro in motivazioni di sentenze che però, di fatto, restano basate su valutazioni che nulla hanno a che fare con la durissima realtà di decisioni prese in mezzo secondo in una notte in cui qualcuno, del quale non conosci le intenzioni, sta forzando un blocco per scappare chissà dove dopo aver fatto chissà cosa, e tutto questo mentre tu sai che hai la responsabilità di impedire che la faccia franca o che, peggio ancora, possa tornare a delinquere. Perché il tuo dovere di ‘cretino’ in divisa è esattamente questo. E girarti dall’altra parte o lasciarlo scappare non ti riesce, pur sapendo, purtroppo, che questo potrebbe costarti o la vita o l’inferno giudiziario che attraverserai quasi completamente da solo perché chi ti dovrebbe tutelare e guidare non ti da i mezzi adeguati, né prima né dopo”.
comunicato stampa coisp
BEI TEMPI , QUANDO ME BAMBINO MIO PADRE DOPO UN GIORNO E MEZZO DI TRENO A VAPORE DA MILANO MI PORTAVA IN TOSCANA .- INCONTRARE I COMMILITONI DELLA GRANDE GUERRA … NON CAPIVO, COME MAI, PRIMA DI ENTRARE NELL’AIA SI FERMAVA E CHIAMAVA … ERA UNA FESTA … A MIA DOMANDA (((I TOSCANI; CON SOTTILE IRONIA ,SONO SEMPRE BURLONI ANCHE NELLA CASSA DA MORTO,))) ,,, ,,, ALTRIMENTI TI PRENDI UNA SCHIOPPETTATA,– ERA VERO O NON ERA VERO.?
OGGI; DEMOCRATICAMENTE , DEVO DEDURRE CHE ERA VERO.!!!