Droga, blitz della Polizia a Trento: 12 arresti, 10 sono richiedenti asilo

 

La droga arrivava sulla piazza di Trento da Roma, Milano, Torino e Brescia e cominciava ad essere smerciata grazie ad una banda di spacciatori africani, tutti richiedenti asilo e inseriti nel progetto di accoglienza della nostra regione. Tutti avevano residenza e appartamento in città.

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Ieri mattina sono stati arrestati nei loro appartamenti, ubicatI in via Stoppani, via Maccani e via Gramsci. In un caso la polizia di Stato, per poter entrare, ha dovuto abbattere una porta.

Oltre ai citati nelle foto, la Polizia di Stato ha arrestato, anche, un cittadino del Gambia per resistenza e violenza a pubblico Ufficiale. Questi all’arrivo della Polizia nell’appartamento di sua proprietà ha cominciato ad inveire e ad aggredire gli operatori. Eseguita anche una misura cautelare dell’obbligo di dimora nel comune di Ala (TN), nei confronti di un richiedente protezione sussidiaria nigeriano, con un totale di 11 persone coinvolte, a vario titolo, nei provvedimenti.

Al «commercio» della droga nelle valli ci pensavano due tirapiedi trentini, tali Ivan Crestani e Marco Mura, che consegnavano a domicilio nelle valli la droga.

Il sequestro di stupefacente riguarda Cocaina, Eronia, Hashish, Marijuana e Metadone. Quest’ultimo veniva barattato da due trentini, in cura al SERD, in cambio di droga che veniva fornita dagli africani che detenevano il mercato dello spaccio nel capoluogo.

Lo spaccio avveniva per lo più in piazza Dante e in piazza Santa Maria Maggiore, ma l’indagine ha scoperto anche che lo spaccio si sta ramificando molto nel quartiere delle Albere, in special modo dalle parti del MUSE  e nel rione di Cristo Re.

Alla fine sono stati 12 gli arresti, 5 misure di custodia cautelare alternative al carcere, 24 indagati in totale quindi con 7 a piede libero. 

L’operazione, denominata «Mandinka 2» ha portato alla luce un vasto traffico di droga a Trento gestito da un’organizzazione criminale, i cui appartenenti erano giunti in Italia come richiedenti asilo per motivi politici-umanitari o di protezione sussidiaria. Gli investigatori hanno denunciato ventiquattro richiedenti asilo accolti in Trentino coinvolti a vario titolo nell’indagine della Squadra Mobile di Trento contro lo spaccio di droga.

Nell’indagine, sono state 54 le utenze tenute sotto controllo, oltre 35mila i contatti telefonici analizzati, con 24 sequestri si stupefacente 150 clienti individuati, alcuni dei quali minorenni e 5.000 cessioni di stupefacente in circa 6 mesi di indagini.

La banda di africani vendeva la droga posizionandosi anche davanti alle scuole. Se i corrieri dovevano consegnarla nelle valli allora costava di più.

Gli spacciatori arrestati sono arrivati in Italia come richiedenti asilo per motivi politici-umanitari o di protezione. Uno degli arrestati aveva anche un permesso di lavoro.

Il lavoro degli investigatori ha preso spunto dalla prima indagine denominata Mandinka”, quando a seguito di alcuni casi di overdose verificatisi a Rovereto e a Trento venne scoperto come la droga era venduta dai richiedenti asilo ospitati nei  centri e nelle strutture della zona.

Nel primo filone erano state arrestate 11 persone e denunciate altre 6, fra cui un minore segnalato alla Procura della Repubblica per i Minori di Trento per un totale di 17 persone. Nell’ambito della stessa attività, svolta dagli investigatori della Squadra Mobile, vanno inclusi ulteriori due arresti, eseguiti alla fine dello scorso anno, nell’ambito dell’operazione “Pinguino” per un totale di 19 persone, tutte richiedenti asilo e in parte ospiti in appartamenti pagati dalla Provincia Autonoma di Trento con i progetti di accoglimento per l’immigrazione.

Gli spacciatori, per evitare i controlli della polizia, comunicavano tra di loro tramite WHATSAPP ed avevano costituito una “rete”, di cui facevano parte anche italiani tossicodipendenti, che si era assicurata quasi completamente il controllo dello smercio delle sostanze stupefacenti nelle piazze più importanti di Trento a danno dei magrebini, costretti a zone più periferiche.

“Questa operazione, commenta il capo della Squadra Mobile Salvatore Ascione è la dimostrazione di come la Polizia di Stato sia impegnata, non solo a contrastare il fenomeno dello spaccio in piazza (si ricordano per ultimo i 7 arresti compiuti in pochi giorni nell’ultimo fine settimana), ma soprattutto, a recidere i canali di approvvigionamento delle organizzazioni criminali interessate a gestire il traffico di stupefacenti nelle nostre città”.

Roberto Conci – –  lavocedeltrentino.it