Non c’è giorno della Memoria, disgrazia dei migranti o ricorrenza della Resistenza che Mattarella – o le sue controfigure istituzionali, Grasso e la Boldrini – abbia mai bucato. La sua presenza è assicurata, i suoi accorati discorsi, il suo cordoglio istituzionale portato di persona, non vengono mai a mancare.
Per carità, ci mancherebbe. Quando si tratta di esibire Dolore di Stato sono lì pronti, impeccabili, come le antiche prefiche sicule chiamate a piangere il morto per dare solennità all’evento.
Poi in un giorno di febbraio cade – è il caso di dire – la Giornata del Ricordo, cioè il giorno in cui si commemora per legge del Parlamento l’immane tragedia delle Foibe e dell’Esodo; e il Presidente della Repubblica, per impegni internazionali, se ne va in Spagna e diserta la rievocazione ufficiale a Basovizza.
Hanno ragione Storace e Menia, Gasparri, Giovanardi e i Fratelli d’Italia a denunciare la latitanza di Mattarella, l’emiparesi della memoria, il ricordo a intermittenza.
C’è da sollecitare un gesto riparatore che non sia un messaggio formale da segreteria telefonica, magari poi diramato da tutte le reti e i tg del Regno che sicuramente adotteranno, come ogni anno, la logica lottizzatrice dell’1 per cento: ogni ora di filmati, servizi, dibattiti sulla Shoah e altrettanti sulla Resistenza, un minuto per ricordare gli italiani morti nelle foibe e costretti ad abbandonare la loro terra e le loro case.
È il Manuale Cencelli della Memoria, con la sua miserabile spartizione.
E dire che quest’anno è il 70° del Trattato di pace che smembrò la Venezia Giulia, e il 10 febbraio fu istituita la giornata del ricordo per ricordare quella mutilazione e quella sofferenza di popolo. Ma le istituzioni, i comitati per le ricorrenze, i Santi Patroni della Repubblica, viventi e imbalsamati, che non dimenticano una mezza data della mitologia antifascista e dell’epopea resistenziale e repubblicana, sono colti in blocco da questa arteriosclerosi storica.
Presidente Mattarella e Collettivo, noi ce ne ricorderemo. Delle foibe e della vostra vergognosa assenza.