Una scritta luminosa a led con la citazione di una frase di Hanna Arendt, “Nessuno ha il diritto di obbedire”, sul bassorilievo di Mussolini a cavallo. E’ polemica a Bolzano sul progetto per “depotenziare e contestualizzare” l’opera realizzata da Hans Piffrader sulla facciata del Palazzo delle finanze in Piazza Tribunale. Dopo l’affidamento dei servizi di progettazione, direzione lavori e coordinamento della sicurezza all’architetto bolzanino Luca Marchesoni e l’aggiudicazione provvisoria dell’appalto, per fine febbraio la Provincia prevede la stipula dei contratti e la consegna dei lavori, che dovrebbero terminare a maggio 2017.
“Un passo importante che contribuisce ad una riflessione sulla storia comune”, per il presidente e il vicepresidente della Provincia Arno Kompatscher (Svp) e Christian Tommasini (Pd). “Un atto talebano”, invece, secondo il consigliere comunale bolzanino di Casapound Italia Andrea Bonazza, che sulla vicenda annuncia battaglia.
“L’obiettivo che la Giunta Provinciale e in particolare Kompatscher e Tommasini stanno conducendo con la collaborazione del Comune di Bolzano e del Ministero dei beni culturali – spiega Bonazza all’Adnkronos – è portare a termine un progetto iniziato dai loro predecessori, che, nel 2011, stipularono un accordo con l’allora ministro Bondi per demolire i ‘relitti fascisti’ in Alto Adige, tra i quali anche il Monumento alla Vittoria”.
“Quel tentativo – aggiunge il consigliere comunale di Casapound – venne bloccato anche grazie alla manifestazione organizzata da Cpi: non si era mai vista tanta gente in piazza a Bolzano. E ora certo non molleremo la presa”.
“Siamo pronti a una grande mobilitazione per salvare il bassorilievo – annuncia Bonazza – Oltre allo sperpero di denaro pubblico per un intervento che non ha nessuna priorità rispetto ai gravi problemi e disagi che vive attualmente la città di Bolzano, infatti, non possiamo non far emergere e smascherare questo ennesimo atto talebano nei confronti dell’arte e della comunità italiana in Alto Adige, una comunità che vive in una condizione di apartheid da quasi cinquant’anni”.
SGARBI – “Io sono andato tante volte a Bolzano e non mi sono mai accorto di questo bassorilievo, se c’è un modo per fargli pubblicità è questo”. E’ quanto afferma all’Adnkronos il critico d’arte Vittorio Sgarbi.
“Un gruppo di imbecilli che vogliono buttare i soldi – commenta Sgarbi – in nome di un antifascismo di maniera senza alcuna relazione con la realtà”. Secondo il critico si tratta di “un’assoluta scemenza”. Le cose, secondo Sgarbi, vanno lasciate come sono: “Lì non è che c’è un culto di Mussolini, la capacità di autocensura o di limitazione delle influenze appartiene all’intelligenza di ognuno, non c’è bisogno lo sottolinei un led”. ADNKRONOS