In vista del G7 di maggio a Taormina, è “compito della Presidenza italiana fare il possibile per il progressivo ritorno della Russia nell’ambito del G8”. Lo afferma l’ex presidente del Consiglio e della Commissione europea Romano Prodi, in un intervento pubblicato su ‘Il Messaggero’.
“La prima ragione – spiega – nasce ovviamente dalla semplice considerazione di quanto poco l’emarginazione della Russia, comprese le sanzioni, abbia giovato ad una soluzione del conflitto ucraino e come sia invece divenuto sempre più importante il contributo russo al raggiungimento della sicurezza e della lotta contro il terrorismo in Europa e in Medio Oriente”.
Oggi, inoltre, “salta agli occhi di tutti come l’invito alla Russia divenga concretamente attuabile solo dopo le inattese e quasi incredibili aperture di Trump nei confronti di Putin” e “una fondamentale ragione per la progressiva apertura nei confronti della Russia derivi dalla convenienza di prendere posizione prima che lo faccia il presidente americano”.
Prodi non nasconde le “difficoltà di procedere in questa direzione. In primo luogo, infatti, occorre vedere se lo stesso Putin potrà accettare l’invito senza un impegno a cancellare le sanzioni contro la Russia, che scadranno nel prossimo luglio” e c’è “inoltre da riflettere se Francia e Germania possano mettere in atto questo cambiamento di politica in un clima pre-elettorale che, per paura della crescita dei partiti antisistema, sembra essere caratterizzato da comportamenti di eccessiva prudenza, anche se sarebbe più conveniente il contrario”. In questo quadro “un’iniziativa politica europea” è “non solo doverosa ma anche opportuna.
Si deve inoltre aggiungere che, per gli imprevedibili casi della storia, l’Italia si trova a presiedere il G8 mentre la Germania ha la presidenza del G20 e, per un caso ancora più imprevedibile, il presidente degli Stati Uniti si sta esercitando quotidianamente in una politica violentemente anti-europea e soprattutto anti-germanica”.”Ancora più perchè costretta da queste imprevedibili evoluzioni – conclude Prodi – mi sembra quindi giunta l’ora che l’Unione Europea elabori una propria autonoma strategia, coerente con i propri obiettivi di sicurezza politica ed economica. Credo anche che l’Italia, pur tenendo saggiamente conto delle difficoltà e dei rischi di questa strategia più assertiva, abbia l’interesse e il dovere di proporla fin da ora. Comprendo le difficoltà e i rischi di questo cammino. Sono tuttavia convinto che sia un cammino giusto e conveniente e che, anche se dovesse andare in porto per tappe successive, i primi passi debbono essere cominciati oggi”. (askanews)