Licenziamento statali, politici e amministratori diano il buon esempio

Il decreto Madia, dichiarato incostituzionale per alcuni suoi articoli, stabilisce anche i motivi che potranno portare i dipendenti pubblici al licenziamento.

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La normativa prevede tale sanzione nei casi di falsa attestazione della presenza in servizio (il dipendente che timbra ed esce dall’ufficio per fare i propri affari). Il licenziamento, inoltre, scatterebbe, nei casi più gravi, anche per il responsabile dell’ufficio che, davanti a tali illeciti, non prende i dovuti provvedimenti disciplinari.

Tra gli altri comportamenti sanzionabili con la perdita del posto di lavoro vi sono: accettare regali costosi, abusare dell’auto di Stato, assentarsi dal lavoro nei momenti critici dell’Ufficio. Che questo provvedimento sia legittimo è fuori discussione, tuttavia, lo trovo profondamente ingiusto. Trovo sgradevole ascoltare gli sproloqui di politici, parlamentari e consiglieri di varia natura contro l’assenteismo divenuto d’improvviso una priorità nazionale assoluta. Comprendo che il messaggio, in chiave elettorale, sia di sicura presa sugli italiani, stufi di inefficienze e di comportamenti poco rispettosi nei confronti del contribuente, ma la prima riflessione che mi viene in mente è: cosa facciamo nei confronti dei parlamentari, dei consiglieri regionali, provinciali e comunali assenteisti e fannulloni? Non presentare leggi, non partecipare alle assemblee e alle votazioni senza addurre motivi, non agire per il bene comune non è molto più grave che assentarsi dal lavoro? A me sembra ingiusto che un parlamentare, lautamente retribuito, possa concedersi il lusso di disertare i lavori delle Assemblee e poi bacchettare gli “italiani assenteisti”.

E’ bene ricordare che i regolamenti delle due Camere a oggi non prevedono alcuna documentazione per spiegare le ragioni della propria assenza. Comprendo anche che il licenziamento del parlamentare sia pura utopia, poiché di difficilissima applicazione (chi sparerebbe sul proprio piede?). Tuttavia si potrebbe introdurre un meccanismo “sanzionatorio” – in termini economici – nei confronti di chi se ne infischia delle sedute assembleari, oppure gioca con il telefonino durante i lavori. Meno presenze e meno produttività come conseguenza potrebbero avere il dimezzamento o l’azzeramento dello stipendio. So che sarò tacciato di populismo spicciolo ma credo che il mio ragionamento non sia né scandaloso né anti democratico. Occorre dare il buon esempio. Chi guida una Nazione deve comportarsi meglio degli altri, altrimenti perde credibilità e autorevolezza e la fa perdere anche alle istituzioni che rappresenta.

(Vincenzo Musacchio)