Dimesso dal Pronto soccorso, torna a casa e muore

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“Mio padre è morto da solo in casa all’una di notte dopo che è stato dimesso alle nove di sera dal Pronto soccorso di Tropea” dove era arrivato con “un forte dolore alla pancia” e dove “è stato tenuto più di tre ore non risolvendo il problema e non investigando sulle cause del suo malessere. Come può una persona che si sente male alle 17 del pomeriggio, dopo che si è affidato alle cure di un ospedale, morire da solo a casa 7 ore dopo?”.

Dario Francolino, Ceo dell’azienda italiana Axess Public Relations, una carriera spesa sul fronte della comunicazione nel settore medico e farmaceutico, si rivolge così al ministro della Salute Beatrice Lorenzin . Dopo avere sporto denuncia alla Questura di Vibo Valentia, in una lettera aperta al ministro chiede che intervenga inviando gli ispettori nella struttura sanitaria calabrese. “Perché vorrei evitare che ciò che è successo a mio padre possa capitare a un’altra persona”.

“Mio padre Antonio aveva 77 anni – racconta il figlio all’AdnKronos Salute – Aveva scelto di vivere a Spilinga e stava benissimo. Non ha mai avuto segni di cardiopatia fino a domenica pomeriggio, quando dopo un’ottima giornata (fino a un’ora prima era a fare la spesa), ha accusato forti dolori addominali ed è stato accompagnato dal suo medico di famiglia all’ospedale di Tropea”. Qui “è stato fatto solo un elettrocardiogramma, non ripetuto – si legge nella lettera – che ha fatto emergere delle aritmie sinusoidali. Dopo aver letto l’esito ‘anomalo’ dell’elettrocardiogramma alle 21:01, alle 21:08 è stato dimesso dandogli come terapia una soluzione fisiologica e un farmaco anti-ulcera. Mio padre è tornato a casa accusando ancora il dolore e all’1.28 sono arrivati i paramedici allertati da mia madre, che non hanno potuto far altro che constatarne il decesso”.

Ci sono “troppi punti oscuri e tanti dubbi che io e la mia famiglia vogliamo vengano chiariti”, prosegue Francolino che precisa: “In me non c’è rabbia, ma tanta amarezza”. L’uomo ricorda: “Mi occupo da 24 anni di salute e medicina, ho visto tanti casi di malasanità e pensavo fossero così lontani da me, invece ne sono rimasto coinvolto”. Ora “ho preso atto che mio padre non c’è più. Non sono ancora riuscito a versare nemmeno una lacrima. Voglio solamente onorare la sua memoria, aiutando la magistratura a fare il suo lavoro”. ADNKRONOS