Somalo fermato a Milano ha ucciso 4 persone e torturato centinaia di connazionali

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«Quasi ogni notte veniva a prendermi per violentarmi, forse capitava che poteva saltare una notte, e questo è successo per tutto il periodo in cui sono stata lì e quindi anche dopo che i miei genitori avevano mandato i soldi».

È uno dei passaggi della testimonianza di una ragazza somala, contenuta nell’ordinanza di custodia cautelare a carico di Osman Matammud, il somalo arrestato a Milano con l’accusa di avere ucciso quattro persone e di avere sequestrato, torturato e violentato centinaia di suoi connazionali nel centro libico di Bani Walid.

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Il 22enne, fermato dalla Polizia locale nel settembre scorso con l’accusa di favoreggiamento dell’immigrazione clandestina, è da oggi destinatario di un’ordinanza firmata dal gip Anna Magelli per omicidio, sequestro di persona a scopo di estorsione e violenza sessuale. Un altro ragazzo, ospite del centro libico per un mese, dal febbraio al marzo 2016, ha raccontato di essere stato «picchiato con calci e pugni, con delle sbarre di ferro e dei bastoni» e che Matammud «era un sadico». messaggero

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