Rovigo – una famiglia con un bambino disabile è stata sfrattata da un appartamento di via Falcone e Borsellino. Il termometro segna meno 5 gradi. Al bar Franchin di piazza Vittorio Emanuele II sono appena arrivati Carlo 46 anni, la moglie Amalia, 34enne, con il figlio di 3 anni e mezzo in braccio. Il piccolo è disabile. Con loro valigie, alcune borsette di plastica. La loro vita è tutta lì.
Sfrattati per morosità; a suonare alla porta del loro piccolo appartamento da dove da qualche anno vivono in affitto, il legale del proprietario dell’immobile, l’ufficiale giudiziario assieme agli agenti della questura e della polizia municipale. «Lo sfratto è esecutivo, raccogliete le vostre cose e andate via». Carlo spiega che non sa dove portare la sua famiglia: il bambino è ancora in pigiama. «Abbiamo raccolto i vestiti e i nostri effetti personali – spiega Carlo -, abbiamo cercato di vestire bene il bambino. Non sapevamo cosa ci aspettava, anche dormire in strada». Si sono incamminati verso il centro. La strada ghiacciata, le temperature sotto zero. La mamma con il bambino tra le braccia. «Siamo andati in Comune per chiedere aiuto – spiega Carlo – Ci hanno detto di cercare un dormitorio per mia moglie ed il piccolo. Forse ci sono un paio di posti. Domani però. Oggi non è possibile avere un letto».
Carlo continua: «E’ da mesi che mi rivolgo ai servizi sociali spiegando la nostra situazione. Da un anno ho smesso di lavorare per seguire le cure di mio figlio. Dopo che i medici gli hanno diagnosticato l’autismo ho deciso di stargli accanto per aiutarlo. Mia moglie era provata psicologicamente dopo la diagnosi. Non abbiamo nessuno a cui appoggiarci. Ora però abbiamo finito tutti i risparmi. Non pagavo l’affitto da qualche mese. La proprietaria di casa non ha voluto avere pazienza, le ho spiegato che ho ripreso da poco la mia attività di libero professionista. Mi sarebbe bastato qualche mese per mettermi in regola con i pagamenti. Ma niente. Da due mesi ci aveva staccato il riscaldamento. Il mio bambino dormiva al freddo.
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In questo triste caso(ma purtroppo simili situazioni sono sempre più frequenti)a colpa non è dell’inquilino ma neanche della proprietaria,che ha il diritto di godere del reddito legittimo(e tassatissimo)del suo immobile;la colpa è tutta delle sedicenti istituzioni-a tutti i livelli-che prontissime per i clandestini-non fanno NULLA per le famiglie italiane in difficoltà!