Gabrielli ha deciso nella serata di la rimozione di Roberto Di Legami, direttore della polizia postale che ha condotto l’inchiesta sul cyberspionaggio, per divergenze con il vertice del corpo. Il motivo della decisione sarebbe che non ha informato dell’inchiesta Gabrielli e l’allora premier Matteo Renzi. Contattato da Repubblica, Di Legami conferma la notizia ma non rilascia commenti.
Il direttore del servizio di polizia postale Roberto Di Legami analizza la figura di Giulio Occhionero, l’ingegnere italiano arrestato con l’accusa di aver violato gli account di posta elettronica di importanti personaggi della politica, dell’economia e non solo per raccogliere informazioni riservate. “Giulio Occhionero è un informatico molto competente. Tra l’altro è stato il più giovane ingegnere nucleare laureato in Italia. Conduceva una vita assolutamente monastica, aveva un’attenzione ossessiva per le informazioni e per lungo tempo è stato maestro venerabile di una loggia massonica”, ha spiegato Di Legami (video di Francesco Giovannetti)
Nelle mani degli esperti della polizia postale c’è un database con oltre 18.327 username catalogati in 122 categorie: politici, affari, massoni, ecc. E ci sono anche migliaia di file cifrati che si proverà ad aprire superando le protezioni poste. I server in cui i due avevano immagazzinato le informazioni raccolte sono stati sequestrati negli Stati Uniti dall’Fbi.
A quanto scrive il Gip nell’ordinanza di custodia cautelare, l’attività di dossieraggio messa in piedi da Occhionero “risulta essere del tutto coerente” con i suoi “interessi personali così come scaturiscono dal contenuto delle conversazioni oggetto di intercettazione e dall’indubbio legame con gli ambienti della massoneria italiana, in quanto membro della loggia ‘Paolo Ungari – Nicola Ricciotti Pensiero e Azione’ di Roma, della quale in passato ha ricoperto il ruolo di maestro venerabile, parte delle logge di Grande Oriente d’Italia”.
In particolare, tra gli ‘hackerati’ da Occhionero “risultano elementi di vertice della massoneria italiana”, compreso il Gran Maestro Stefano Bisi, oltre a membri di logge del Goi del Lazio. Un interesse che il gip ritiene possa essere “legato a giochi di potere all’interno del Grande Oriente d’Italia, come d’altra parte testimoniato dal tenore di alcune conversazioni” intercettate. adnkronos