“Vladimir Putin non è nella nostra squadra”. Lo ha detto il presidente americano uscente Barack Obama, rivolto al successore Donald Trump, in un’intervista all’emittente Abc dopo che un bizzarro rapporto dei servizi americani ha accusato il leader russo di aver “ordinato” una campagna per influenzare le elezioni americane a favore del miliardario newyorchese.
“Una delle cose che mi preoccupano è il livello cui siamo arrivati, con repubblicani, opinionisti e commentatori televisivi che sembrano avere più fiducia in Vladimir Putin che in altri americani perché questi americani sono democratici. Questo non può essere”, ha affermato Obama. “Dobbiamo ricordarci che siamo nella stessa squadra. Vladimir Putin non è nella nostra squadra”, ha aggiunto il presidente, secondo le anticipazioni dell’intervista che sarà trasmessa domani.
Secondo l’intelligence (si fa per dire!) USA, la Russia ha festeggiato la vittoria di Trump e questo atteggiamento insospettisce i servizi segreti che, caduti veramente troppo in basso, ormai non temono piu’ neanche di rendersi ridicoli.
Nessuna delle intercettazioni, sottolineano le fonti, può essere considerata una “pistola fumante”, ovvero una prova definitiva. Tuttavia l’entusiasmo dimostrato dai funzionari intercettati è uno dei diversi indicatori a sostegno della tesi che l’attacco informatico al partito democratico è stato diretto dai russi per favorire Trump alle elezioni di novembre.