L’Italia sul fronte immigrazione si muove “con rigore e umanità” ed ha salvato “molte vite”, ma “non possiamo accettare da nessuno violazioni delle regole”. Lo dice il ministro degli Esteri Angelino Alfano in riferimento alla rivolta nel Centro di prima accoglienza di Cona. “Per questo – prosegue Alfano in un’intervista alla Stampa – dobbiamo accelerare su espulsioni e rimpatri: sono al lavoro per concludere accordi che diminuiscano gli arrivi impedendo le partenze”. In particolare, spiega Alfano, “c’è un triangolo di Paesi fondamentale: il Niger, con cui siamo vicini a chiudere un accordo, la Tunisia e la Libia”.
“Non sono ancora soddisfatto di come vanno le cose: si può fare molto di più”, continua il ministro degli Esteri riguardo alla cooperazione europea contro la minaccia del terrorismo islamista. “La parola chiave dei terroristi è velocità, quella che hanno avuto nell’organizzare attentati: non si può dire che la capacità di risposta dell’Europa sia stata paragonabile”.
“Conosco i tempi dello Stato di diritto, ma qui ci sono le lentezze, le balbuzie di Stati che non scambiano informazioni. Dobbiamo rilanciare l’idea di una difesa comune”, prosegue Alfano, anticipando che “l’anniversario del Trattato di Roma, a marzo, non sarà una liturgica commemorazione ma un energico rilancio del progetto europeo”.
“Noi non abbiamo fatto una scelta a favore di qualcuno, sosteniamo il governo riconosciuto dall’Onu e aiutiamo chi lotta contro il terrore, compresi i feriti di Haftar”, afferma poi Alfano in risposta al generale libico Khalifa Haftar che ha accusato l’Italia di essersi schierata in Libia “dalla parte sbagliata”. L’Italia, sottolinea Alfano, lavora “per un’intesa che includa tutti: siamo stati i primi a dire che deve essere previsto un ruolo anche per Haftar”. adnkronos