Dal 26 gennaio in poi, è risaputo, i regali di Natale non del tutto graditi finiscono con l’esser riciclati o rivenduti. In questo caso ad esser rivenduti, al 50 per cento del loro valore nominale, sono stati però i bonus cultura da 500 euro, quelli voluti dal governo Renzi e che avrebbero dovuto alleggerire i costi per l’accrescimento culturale dei neomaggiorenni. Stando a quanto riportato sulle pagine di Repubblica, un buon numero dei 600mila voucher, sono stati messi in vendita su Facebook e su altri siti Internet. “A chi è interessato – scrive Alex su un gruppo Facebook dedicato al commercio e allo scambio di testi usati – vendo buoni rimanenti del Bonus Renzi a metà prezzo, per l’acquisto di libri sui siti Mondadori, Feltrinelli, Libraccio e Amazon”. La transazione, ovviamente, la si chiude sempre in modo privato, lontani dagli occhi indiscreti.
La collera degli utenti su Facebook
L’acquirente che si è aggiudicato i bonus non deve far altro che scegliere i titoli di suo gradimento, indicarli al possessore legittimo del voucher e ricaricare la Postepay dello stesso: tempo due o tre giorni, e il libro è a casa. A spiegare come funziona la truffa è Gennaro da Cosenza, contattato in chat dal giornalista di Repubblica dopo l’annuncio postato sul gruppo “Libri usati vendo – compro – scambio”, pagina che vanta quasi 20mila iscritti. “Il meccanismo è semplicissimo – racconta – tu scegli i titoli su Amazon, dividi per due il prezzo, mi fai la ricarica Postepay e, arrivato l’accredito, ti faccio l’ordine. A te conviene perché compri a metà prezzo – spiega al potenziale acquirente – e io ci guadagno, visto che non leggo”… Anche la spedizione a persone terze non risulta un problema. Sebbene il bonus sia nominale chi effettua l’ordine “è come se facesse dei regali. Ho molte richieste e ho a disposizione altri 410 euro di mio cugino”.
Il mercato nero dei bonus è fiorente
Il 18enne non è il solo che cerca di tirar su un po’ di euro grazie al bonus. Come lui decine di scaltri venditori. Proprio questa prassi, sempre più diffusa, non poteva far altro che scatenare la collera di tantissime persone. “Basta diciottenni che usano il loro bonus per comprare altro – scrive un utente sotto uno degli annunci – sono la vergogna d’Italia e il simbolo di quanto siamo caduti in basso: 500 euro da investire nel loro futuro, buttati come fossero immondizia”. C’è anche chi, contrariata da questi atteggiamenti, posta una fotografia della propria libreria carica di romanzi. Insomma, in Italia di furbetti se ne trovano ovunque, e forse proprio per questo una truffa di questo tipo poteva essere prevista. Aggirare i controlli sembra purtroppo un’impresa semplice: er incassare 500 euro basta ottenere lo Spid, il Sistema pubblico di identità digitale, accedere alla piattaforma dedicata ’18app.it’ e creare i buoni da spendere in una o più soluzioni, meglio se online.. “La misura è utile – commenta Antonella Paparella, alla guida del coro di proteste contro una pratica che definisce illegale, ingiusta e dannosa per la collettività – ma forse prima di dare soldi a fondo perduto, toccherebbe educare i ragazzi alla lettura e al senso civico”.