Oliver Zimmer, professore svizzero-inglese ad Oxford: “Senza senso indebolire lo Stato facendo leva sulla globalizzazione”
BERNA – Con la sua ideologia di un mondo senza frontiere l’Unione europea sta mettendo in pericolo le democrazie liberali: lo sostiene Oliver Zimmer, un professore di storia svizzero-inglese che insegna ad Oxford (GB). A suo avviso per lottare contro la xenofobia non ha senso indebolire lo stato nazionale facendo leva sulla globalizzazione: al contrario, “lo stato nazionale va rafforzato a livello istituzionale”.
“Se gli stati nazionali continueranno a essere indeboliti come è stato fatto allegramente negli ultimi anni anche in Europa potremo vedere il volto più brutto del nazionalismo”, afferma Zimmer in un’intervista pubblicata oggi dalla Weltwoche. Purtroppo – aggiunge lo specialista di nazionalismi europei – l’immagine sbilenca della storia che è alla base del pensiero dei politici di punta in Europa e in Svizzera “fa ben poco sperare”.
Attraverso la moneta unica e la libera circolazione delle persone l’Ue sta cercando di mettere in ginocchio lo stato nazionale, sostiene lo storico 53.enne. Prima di Maastricht l’Unione europea ha fatto anche cose positive, ma ora mette in pericolo le basi democratiche delle nazioni.
Molte persone si identificano con il loro paese e con aspetti della cultura europea, ma non con “astronavi istituzionali come l’Ue”. Nel referendum di domenica scorsa “gli italiani si sono pronunciati contro un’ulteriore limitazione della democrazia: questo viene poi definito populismo”, si rammarica Zimmer.
A suo avviso non vi è alcun collegamento forzato fra lo stato nazionale e gli eccessi nazionalistici. Ad esempio in Svizzera i nazionalisti radicali non hanno mai avuto voce in capitolo. Inoltre non bisogna dimenticare che sono sempre stati movimenti nazionalisti a creare le democrazie liberali.
Fonte www.cdt.ch/svizzera