Se qualcuno, dialogando con voi vi raccontasse, tentando di convincervi, che la Terra è piatta o che il Sole le gira intorno, voi ne rispettereste l’opinione o cercheresti di spiegargli che sta dicendo una clamorosa sciocchezza?
Esatto! Come minimo lo bollereste come un ignorante di proporzioni immense. Quando si tratta di fatti inconfutabili ed ormai scientificamente accertati le opinioni “stanno letteralmente a zero”, non c’è spazio per visioni alternative. Chi non conosce la verità e la discute non esprime opinioni, ma deve semplicemente andare a studiare.
Ecco, oggi con l’euro e l’UE succede esattamente questo: un esercito di ignoranti, rivendica le sciocchezze che proferisce come l’esercizio del proprio diritto di opinione. Così, nel mentre perdiamo tempo a cercare di convincere ignoranti colossali, il Paese viene letteralmente mangiato dal regime violento della finanza internazionale.
Non è un’opinione, ma un fatto scientificamente inconfutabile che i trattati europei creino le condizioni per la tempesta perfetta atta a determinare lo smantellamento sistematico dello Stato, imponendogli di autodistruggersi attraverso politiche di austerità perenni. Se lo Stato tassa più di quanto spende la differenza la può prendere solo dalle nostre tasche. Quando la moneta nell’economia reale diventa troppo poca, il Paese collassa.
Mi sono fatto un’idea precisa di quale sia il punto nodale che la pletora di ignoranti euristi proprio non riesce a capire, che gli impedisce di comprendere perché il debito pubblico di uno Stato sia, in realtà, credito privato e costituisca il nostro risparmio. Se non capiscono che l’austerità, con bassa inflazione o addirittura in deflazione, è un atto criminale equivalente ad uccidere, è solo e semplicemente perché non sanno cosa sia la moneta! Pensano che sia una risorsa naturale limitata, o che addirittura sia rara. Pensano persino che la moneta vada guadagnata!
Sono ignoranti, ignoranti colossali. La moneta si crea senza alcun limite quantitativo, la potestà di farlo oggi è riservata dai trattati europei alla BCE, che però non la può dare per legge agli Stati (lo scopo ovviamente è solo quello di smantellarli, chi ha scritto i trattati non era ignorante, ma era in malafede). Persino Amato, un europeista convinto, definì pretesa “Faustiana” il creare un Europa senza banca centrale prestatrice illimitata di ultima istanza.
Ergo oggi noi potremmo disporre di tutta la moneta che desideriamo, con il vantaggio di avere ampio spazio per immetterla nell’economia visto che siamo in deflazione ed abbiamo (nonostante l’austerità) un grande tessuto produttivo. Eppure ci chiedono di tagliare, la gente resta disoccupata perché mancano… i soldi!
Si tengono grandi strati della società e della produzione inerti perché, alla luce dell’imbecille criterio finanziario in voga, il fatto di rendere tutti più ricchi creando la giusta quantità di moneta, alla fine… non renderebbe! Keynes lo scriveva già in autarchia economica del 1933.
Se tu disponi oggi del materiale per costruire un ospedale che manca, se hai anche gli operai, ma non lo costruisci perché “mancano i soldi”, soldi che potresti creare con un click su un terminale, sei solo un grandissimo e stupefacente imbecille.
La moneta è dunque uno strumento, uno strumento alternativo al baratto per scambiare beni e servizi. Se ne abbiamo troppa poca nell’economia, dato accertato dalla deflazione, dobbiamo immettere quella che manca, e questa immissione si fa con la più importante componente positiva del PIL: la spesa pubblica.
Ah, ma il debito pubblico è alto, dicono gli irrecuperabili ignoranti che appestano i nostri tempi! Capre!
Il debito pubblico sarà tanto più alto quanto è più alto il risparmio in un Paese, visto che è semplicemente la sommatoria dei deficit annui dello Stato, ovvero dei soldi che vengono ogni anno lasciati nell’economia e nelle nostre tasche. Il debito è la nostra ricchezza e non ha nulla a che vedere con i debiti di una famiglia o di un’impresa, famiglie ed imprese non creano moneta.
Il debito pubblico infatti diventa un problema solo laddove lo Stato non può più creare la moneta in cui esso è denominato: a quel punto lo Stato è retrocesso al livello di qualsiasi soggetto privato e può essere ricattato dai mercati di capitali, a quel punto lo Stato può addirittura fallire per ragioni di diritto commerciale!
Io più semplicemente di così non riesco a spiegarvelo… se ancora pensate che abbiamo vissuto sopra le nostre possibilità o che il debito esista perché qualcuno ha rubato, siete solo e semplicemente degli ignoranti.
La quantità di moneta complessiva nel Paese e nel mondo non sarà mai, né una in più, né una in meno, di quanta ne è stata creata! I reati non la riducono! La moneta non viene bruciata anche quanto passa di mano in mano in virtù di una transazione illecita! Semplicemente si sposta.
Tutti i soldi che avete nel vostro portafoglio sono passati anche da transazioni illecite! E lo hanno fatto più volte, eppure li avete in ogni caso in tasca. La moneta circola.
I reati sono un problema di giustizia sociale e di redistribuzione della ricchezza, ma non c’entrano nulla con la crisi. Esattamente come non c’entra nulla l’evasione fiscale, che al pari degli altri reati non fa sparire la moneta. Anzi oggi, con uno Stato che pretende di tassare più di quanto spende, l’evasione aiuta l’economia.
Allo stesso modo recuperare i proventi dalle attività illecite, sempre evasione compresa quindi, non moltiplica i pani ed i pesci, la moneta totale resta sempre la stessa, resta sempre solo quella che è stata creata dal nulla. Semplicemente con la lotta agli illeciti la moneta viene redistribuita e non è nemmeno detto che venga redistribuita in modo automaticamente più vantaggioso. Giustizia e macroeconomia non vanno necessariamente di pari passo.
Ma redistribuire ricchezza quando si è in deflazione non importa nulla. La moneta è troppo poca e dunque ne serve solo di più, per tutti. Serve uno Stato che spenda di più e tassi meno di quanto spende, facendo deficit!
Serve uno Stato che abbia nuovamente la sua sovranità monetaria e metta al centro gli obiettivi della Costituzione del 1948, in primis la piena occupazione e la corretta redistribuzione delle ricchezze, disciplinando l’economia e stoppando la criminale ideologia neoliberista.
Oggi invece abbiamo un governo (di traditori) che pensa, ad esempio, di salvare le nostre banche facendosi prestare soldi a strozzo da un organismo terzo (il MES), a cui prima abbiamo dato miliardi per capitalizzarlo, drenandoli direttamente dalle nostre tasche. Lo si fa per imporre meccanismi, per dirla alla Monti, di enforcement (costrizione) idonei ad impedire ad un futuro governo di riscattare la nostra sovranità, spaventandolo con la leva del debito. Si punta a creare paure irrazionali ovviamente, uno Stato sovrano al MES lo prende a calci in culo.
Uno Stato sovrano prende i suoi componenti e li sbatte in galera. Uno Stato sovrano è Dio sul proprio territorio, e la sovranità interna è incondizionata ed incondizionabile, toccarla è un delitto punito con l’ergastolo.
Avete capito, ignoranti? Adesso mettetemi sul rogo… io dirò sempre “eppur si muove”…
Avv. Marco Mori – autore de “Il tramonto della democrazia, analisi giuridica della genesi di una dittatura europea”
Mori ha assolutamente ragione,ma il problema più grosso resta quello della sovranità monetaria(che poi coincide con quella nazionale);se uno stato non può stampare denaro,lo deve prendere da qualche altra parte,e pagarci sopra gli interessi!