“Io candidato premier? Fermo restando che il premier è un semplice portavoce di un programma, sono sempre disponibile a fare tutto ciò che può essere utile al movimento”. Lo afferma il deputato del M5s Roberto Fico, presidente della Commissione di Vigilanza Rai, in un’intervista ad Avvenire, dichiarandosi implicitamente pronto a sfidare Luigi Di Maio per la guida di un governo a Cinque Stelle.
Nonostante la sensazione sia quella che “il capo dello Stato cercherà di lavorare affinché si formi un governo che arrivi fino al 2018″ per Fico si tratta” di un tentativo comprensibile, visto il suo ruolo, ma allo stesso tempo inaccettabile per due motivi. Primo perché i cittadini sono esausti. Secondo perché il Parlamento attuale non rispecchia il sentimento prevalente nel Paese. Quindi bisognerebbe valutare l’opportunità di tornare alle urne il prima possibile”.
Sui tempi per nuove elezioni e sull’Italicum, Fico spiega che “bisogna aspettare anzitutto la pronuncia della Consulta a gennaio, quando probabilmente emergeranno profili di incostituzionalità dell’Italicum. Una volta che il Parlamento avrà recepito le modifiche segnalate dalla Corte, e si avrà una legge almeno in linea con la Carta, si potrà andare a votare. Non prima”.”La squadra di governo, a mio avviso, dovrebbe arrivare solo a ridosso delle elezioni politiche, anche per non bruciare eventuali nomi troppo presto” spiega ancora.
Nella squadra Fico non esclude che possano rientrare anche figure esterne al movimento: “Se si tratta di persone che aderiscono alle idee e ai princìpi del M5S, perché no? Non mi piace molto la distinzione tra interni ed esterni, parlerei di cittadini che, di volta in volta, partecipano alla costruzione del movimento. L’importante è trovare un metodo che, attraverso la totale trasparenza e la massima condivisione, ci porti a indicare le figure giuste per le varie posizioni”. (askanews)
Ma ‘sto Fico è andato a Londra a prendere ordini dai poteri forti della finanza come ha fatto Di Maio? Il m5s sarà una cocente delusione per chi lo voterà ed la sciagura finale per l’Italia