Incassato un miliardo abbondante dalla conversione di 10 bond subordinati (la cifra finale potrebbe essere a 1,1 miliardi), Monte Paschi va verso il maxi-aumento di capitale che potrebbe vedere l’impegno degli emiri del Qatar.
Questi ultimi, dopo alcuni colloqui con il governo, potrebbero uscire allo scoperto domani, quando sarà chiaro l’esito del referendum costituzionale voluto da Matteo Renzi e caduto nel calendario a ridosso della ricapitalizzazione più delicata di Piazza Affari. Tanto che – scrive il Giornale – Palazzo Chigi ha in corso da tempo colloqui con i tecnici europei per capire fino a dove potrà spingersi se l’aumento di Mps fallisse, provocando un effetto a catena sull’intero settore del credito. Rocca Salimbeni, in sostanza, si sta aggrappando al mercato per scongiurare l’incubo di una nazionalizzazione: il Tesoro è attualmente il primo azionista del Monte con il 4%, quota erditata dai Monti Bond.
Quanto all’aumento il fondo sovrano di Doha potrebbe impegnarsi fino a un miliardo, diventando l’anchor investor cercato dall’ad Marco Morelli. Si guarda poi ai fondi americani Blackrock e Paulson. Alessandro Falciai, da poco salito alla presidenza di Mps, potrebbe poi mettere sul piatto fino a 400 milioni per potarsi vicino al 5%.
Una quota dell’8% sarà invece in mano a Generali, come effetto della conversione dei subordinati Mps che aveva sottoscritto. Stando a quanto trapela, Generali avrebbe tuttavia già avviato contatti con alcuni fondi e Morgan Stanley per poter poi rimettere sul mercato le azioni ottenute con la conversione. Domani i vertici di Mps vedranno le banche del consorzio, poi martedì a Siena il board decisivo per far partire la ricapitalizzazione il 7-8 dicembre.