MILANO – Matteo Salvini risponderà in tribunale di alcuni manifesti sui trentadue profughi che sarebbero dovuti arrivare nell’ex sede distaccata del liceo scientifico di Saronno. Lo hanno stabilito i giudici, rinviando il procedimento all’8 febbraio 2017 e chiamando in causa direttamente la Lega Nord federale di via Bellerio a Milano, il cui segretario è appunto Salvini, dopo avere accettato l’improcedibilità nei confronti della sezione saronnese guidata dal segretario cittadino Davide Borghi: la sezione manca infatti di “personalità giuridica”.
Il procedimento, come riporta Milano Today, è stato avviato, presso il tribunale di Milano, da un esposto di due associazioni (Studi giuridici sull’immigrazione e Naga) in seguito al fatto che, sui manifesti contestati, appariva la parola “clandestini”.
Il legale delle due associazioni non ha obiettato sul rinvio e preferisce parlare in concreto del caso, spiegando che “devono esserci limiti anche nel dibattito politico, ed usare certi termini è una discriminazione“. Come è noto, i migranti che vengono accolti nei centri dislocati in tutta la penisola non sono necessariamente clandestini: molti di loro, infatti, fanno domanda di riconoscimento dello status di rifugiati e chiedono l’asilo. E, tra essere clandestini e richiedenti asilo, c’è molta differenza.
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LA NEOLINGUA di G. Orwell
Traduzione di Anticorpi.info
Lo scopo della Neolingua non è solo quello di fornire un mezzo pienamente espressivo della visione del mondo dei devoti del Socing, ma anche rendere impossibile qualsiasi altra forma di pensiero. Il giorno in cui la Neolingua sarà adottata integralmente e l’Oldspeak del tutto dimenticato, un pensiero eretico – ovverosia un pensiero divergente dai principi dell’Ingsoc – semplicemente non sarà più pensabile, almeno non con pensieri esprimibili verbalmente.
Il vocabolario neolinguistico è stato concepito in modo tale da esprimere esattamente solo il senso che un membro del partito possa correttamente desiderare di esprimere, escludendo tutti gli altri significati ed impedendo la possibilità di immaginare altre accezioni con metodi indiretti. Ciò è stato ottenuto in parte mediante l’invenzione di nuove parole, ma soprattutto eliminando le parole indesiderabili e spogliando le parole approvate di qualsiasi significato non ortodosso, e per quanto possibile dei significati secondari.
Per fare un solo esempio. La parola ‘libero‘ esiste ancora nella neolingua, ma può usarsi esclusivamente in locuzioni quali: ‘Questo cane è libero da pidocchi’ oppure ‘Questo campo è libero da erbacce’. Non è più utilizzata nell’antica accezione di ‘politicamente libero’ o ‘intellettualmente libero’ dal momento che la libertà politica e intellettuale non esistono più neanche a livello concettuale, quindi: nessun concetto, nessun nome. A parte la soppressione delle parole decisamente eretiche, la riduzione del vocabolario è reputata di per se un obiettivo, perciò nessuna parola di cui si possa fare a meno è destinata a sopravvivere. La Neolingua non è stata concepita per espandere, ma per restringere la gamma dei pensieri, e tale obiettivo è perseguito indirettamente con la restrizione al minimo delle parole utilizzabili.
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