di Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale
Vorrei precisare ulteriormente perché voto NO dopo averlo già fatto più volte. Il punto da cui vorrei partire è che la Carta Costituzionale non sia intoccabile. Ho sempre insegnato ai miei studenti che la stessa può essere migliorata partendo dal fatto che in massima parte debba ancora essere attuata.
Il mio interrogativo categorico sul cambiamento è: cambiare per andare dove? Per fare cosa? Con grande onestà intellettuale e scientifica devo evidenziare che tutte le riforme costituzionali di questi settant’anni non l’hanno quasi mai migliorata anzi in gran parte l’hanno peggiorata. Ovviamente questa è soltanto la mia opinione. Se fosse per me, tornerei alla bozza del 1946, ma forse sono troppo attaccato ai ricordi e alle radici della nostra Repubblica. Ricordo a chi ha poca memoria che il disegno di legge per la riforma costituzionale annovera tra i suoi autori Boschi-Berlusconi-Verdini. Era il 25 aprile del 2014 e già allora scrissi su un quotidiano nazionale che questa riforma fosse inaccettabile. In pochi prestarono attenzione alle critiche mosse. Quasi tutti i costituzionalisti però già convenivano sul fatto che fosse una riforma inadeguata e scritta male.
Voglio rimarcare con grande vigore che allora tra coloro che erano contro questa riforma non c’erano i partiti e i loro leaders (Brunetta, Salvini, Casa Pound, De Mita, D’Alema e così via) oggi strumentalizzati ed utilizzati da chi si schiera con una riforma astrusa, caotica e pericolosa. A me non interessa chi compone il fronte del NO e neanche cosa accadrà dopo il referendum, a me importa scongiurare una ferita alla Costituzione che potrebbe aprire strade pericolose per gli equilibri fragili della democrazia.
Si dice: con il No cacciamo Renzi. A me non interessa questo discorso, il concetto in tal contesto è semplice: i cittadini potranno scegliere chi li governa quando potranno votare una persona, una coalizione e un programma. Questa è la democrazia che a me pare cominci a latitare in questo Paese. In questo contesto mi chiedo cosa c’entri il referendum, che non decide chi ci governerà, ma solo se la Costituzione sarà modificata o meno? Chi ha personalizzato all’ennesima potenza questo referendum?
Altro assurdo, sia logico che reale, è che il Si sia progressista e il No conservatore. Valuti il lettore sulla base di fatti:
Con il NO, sui fatti e non per opportunismo, ci sono i Partigiani dell’Anpi, la Fiom, la Cgil, gran parte dei magistrati, quasi tutti gli ex presidenti della Corte Costituzionale, quasi tutti i costituzionalisti, la maggior parte dei giovani.
Con il SI c’è la Fiat di Marchionne e Elkann, Confindustria, Jp Morgan, le banche, il governo tedesco, quello americano, le lobbie europee e internazionali. E il NO sarebbe conservatore? Il grande Totò avrebbe detto: “Ma mi faccia il piacere”.
A dirla tutta a me sembra che lo scopo recondito di questa riforma sia quello di depotenziare tutti i poteri di controllo sul governo, per accentrarli attorno ad un uomo solo.
Io voterò NO perché voglio poter scegliere chi delegare a rappresentarmi in Parlamento, per evitare che una ciurmaglia di consiglieri regionali e sindaci inquisiti invadano il Senato coperti da immunità, per conservare i contrappesi della democrazia liberale fondata sulla sovranità e la partecipazione popolare.
Ultima precisazione: non ho rancori né bramosie politiche e con gli amici del SI vado tranquillamente a cena poiché provengo da una cultura politica dove le lotte erano dure ma poi l’amicizia (una volta ci si chiamava compagno) e la fratellanza prevalevano su tutto. Buon voto a tutti! IO VOTO NO !
(Vincenzo Musacchio, giurista e docente di diritto penale)