L’Università La Sapienza di Roma è il più grande ateneo d’Europa. Nelle sue aule si forma la futura classe dirigente. A capo dell’amministrazione da quindici anni è il direttore generale Carlo Musto D’Amore, 68 anni, senza una laurea ma con un diploma di geometra.
Le vicende dell’ateneo sono da sempre legate a quelle del policlinico Umberto I, il primo ospedale universitario in Italia. Il direttore generale è Domenico Alessio, 77 enne, anche lui pensionato, nominato dall’ex rettore della Sapienza, Luigi Frati, e dall’ex presidente della Regione, Renata Polverini.
Nel 1989 riesce a vincere (sempre senza laurea) «un corso-concorso nazionale per dirigenti universitari», e sei anni dopo viene chiamato alla Federico II: vicinissimo all’allora rettore Fulvio Tessitore, eletto poi senatore con i Ds, diventa «vicario del direttore amministrativo». Un titolo sufficiente per diventare qualche anno dopo capo dell’ateneo della Capitale
La sua pensione vale 200mila euro all’anno. Non solo: è anche indagato per abuso di ufficio.
Gestisce il bilancio dell’università (quasi un miliardo di euro l’anno) ed è stato assunto 14 anni fa e rimarrà “di ruolo” fino al 2017, visto che nel 2013 ha firmato il suo quarto contratto consecutivo: è stato l’ex rettore Luigi Frati a rinnovargli la fiducia. Ma gli scandali che coinvolgono l’università di Roma non finiscono qui.“
Da 14 anni è lui a gestire appalti e gare. A Roma entra nei giri che contano, e nel 2007 la presidenza del Consiglio (al tempo c’era Romano Prodi) lo fa pure nominare Ufficiale della Repubblica.
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