“Che Dio maledica per sempre, e precipiti all’inferno i criminali (bestie e non uomini) che hanno distrutto Nimrud. E sia benedetto chiunque li uccida”, scrive Vittorio Sgarbi, “siano ridotti in polvere, schiacciati come vermi, e abbandonati dal loro Dio che non esiste”.
Il critico d’arte esprime una rabbia senza precedenti sulla sua pagina Facebook. Sgarbi si riferisce alle immagini diffuse della città irachena dopo due anni di dominio del Califfato, terminati con la liberazione della città da parte delle milizie irachene.
Quello che resta dell’antica città di Nimrud dopo i bulldozer e le picconate dei jihadisti dell’Isis sono solo polvere e macerie. La devastazione di monumenti e secoli di storia fa piangere il cuore, soprattutto quello di Sgarbi. liberoquotidiano.it