Bonino: l’Europa è il continente più ricco al mondo, accogliere i migranti

 

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Affrontare le cause alla base dei flussi migratori, creare canali sicuri di accesso all’Europa, accogliere i migranti e gestire le procedure di asilo, integrare. E’ l’appello lanciato alle istituzioni europee e ai governi degli Stati membri dell’Ue dall’ottava Conferenza mondiale di Science for Peace, promossa oggi a Milano dalla Fondazione Umberto Veronesi, alla quale ha partecipato anche Emma Bonino.

L’immigrazione, sottolinea Emma Bonino, è “un problema su cui l’Europa rischia di schiantarsi se non si è già schiantata. Sono in gioco valori e ideali per cui siamo insieme. Dobbiamo scegliere. E l’unico destino che ci può, scientificamente parlando, dare una speranza è restare insieme. Io posso solo sperare che non si tolgano più le bandiere dell’Ue quando si va in pubblico”, aggiunge Bonino riferendosi al premier Matteo Renzi che l’ha tolta dallo sfondo durante una conferenza stampa. Dobbiamo farci forza dei successi che l’Ue ha regalato in 70 anni – prosegue – Un continente distrutto dalla Seconda guerra mondiale, con il carico del genocidio, grazie a questo sostegno è diventato il continente più ricco al mondo, in termini di alfabetizzazione, welfare, vivibilità, capacità di convivere. E 500 milioni di abitanti non riescono a integrare un milione di disperati? Siamo sicuri?”.

Bonino ha lanciato un appello anche per il superamento della legge Bossi-Fini, che disciplina le politiche migratorie in Italia. “E’ la cosa più necessaria che dobbiamo fare per dare insieme una gestione più ordinata al fenomeno dell’immigrazione, che è destinato a rimanere con noi. Tutti i dati disponibili dimostrano che l’immigrazione è un problema, ma non è un’invasione. Gli immigrati fanno lavori che gli italiani non vogliono più fare. La stragrande maggioranza lavora in agricoltura o nelle stalle, nel settore delle costruzioni come manovali, nell’assistenza domestica. Affidiamo loro le persone più care, i nostri figli e genitori. E spesso non si riesce più a regolarizzarle, queste persone che ci aiutano quotidianamente, perché l’ultima sanatoria è del 2012. E so di decine di casi di donne straniere che lavorano in nero nelle nostre case, perché è impossibile legalizzarle, renderle regolari, proprio per i limiti legislativi che esistono”.

Risultato: “Tutta questa popolazione irregolare, passibile del reato di clandestinità che ci siamo inventati, è esposta a fragilità – per loro è difficile anche affittare una casa – e ovviamente non paga le tasse. Secondo una stima, i circa 500 mila irregolari che vivono nel nostro Paese valgono una perdita secca per il nostro Pil di circa 12 miliardi”. ADNKRONOS