Cresce la povertà sanitaria: un italiano su 3 non può comprare farmaci

 

Aumenta la ‘povertà sanitaria’ nel nostro Paese, ovvero il numero di persone e famiglie che non hanno abbastanza risorse a disposizione per acquistare i farmaci da banco necessari – antinfiammatori, antipiretici, prodotti contro tosse o raffreddore – o per pagare il ticket, quando c’è. Complessivamente gli italiani poveri sono 4,6 milioni, quasi 500mila in più dello scorso anno, e i costi dei medicinali rappresentano, per questa parte della popolazione, una voce particolarmente pesante: tra gli indigenti quasi 6 euro di spesa su 10 finiscono in farmaci, contro meno di 4 euro spesi in media. Ed è cresciuta quest’anno dell’8,3% la richiesta di medicinali da parte dei 1.663 enti assistenziali (+1,3% rispetto allo scorso anno) sostenuti da Banco Farmaceutico, per un totale di 557mila persone assistite, il 37% in più del 2015, ma che rappresentano però solo il 12% dei poveri italiani.

I numeri del Rapporto 2016 sulla povertà sanitaria indicano che, dopo il calo registrato nell’anno precedente, la povertà assoluta torna a crescere, passando dal 5,7% al 6,1% delle famiglie italiane. E la mancanza di risorse penalizza soprattutto la salute. Rispetto al totale della spesa media mensile, nelle famiglie non povere si destina il 4,4% del budget domestico per curarsi, mentre in quelle povere si scende al 2,6%. All’interno di questa spesa, le persone povere destinano 72,60 euro all’anno pro capite per comprare farmaci (in media se ne spendono 268,80).

Ma le difficoltà non sono solo dei poveri: oltre 12 milioni di italiani hanno dovuto limitare il numero di visite mediche o gli esami di accertamento per motivazioni di tipo economico.

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