Sgomberato il Silos, Roberti: «35 richiedenti asilo lasciati a marcire in un edificio pericoloso e malsano»
«Stamattina, in accordo con la proprietà, abbiamo sgomberato il Silos. Voglio ringraziare gli agenti della Polizia locale, come sempre pronti a svolgere il proprio servizio con efficienza e determinazione».
Il vicesindaco con delega alla “sicurezza” Pierpaolo Roberti ha spiegato in un post Facebook l’operazione condotta questa mattina (in segreto per evitare proteste) per liberare l’area che era stata nuovamente abitata da un gruppo di profughi in attesa di sistemazione: «35 richiedenti asilo, tutti assistiti da Ics e Caritas, ma lasciati a marcire in un edificio pericoloso e malsano».
«Quello non è un posto dove dormire, questa non è accoglienza – stigmatizza Roberti -. Far arrivare le persone a Trieste per poi dimenticarsene in un rudere pericolante non è carità cristiana, è l’ingordigia di un business che si alimenta con l’immigrazione incontrollata, dove ogni uomo vale un po’ di euro. Dove quell’uomo dorma non importa a nessuno».
«Noi non vogliamo essere complici – afferma il vicesindaco -: ora ci pensi chi di dovere a capire che quella non è una situazione accettabile, che a Trieste non c’è più posto per nessuno e li trasferisca dove meglio crede. Meglio a casa loro».
I migranti sono stati tutti identificati, denunciati e allontanati: «Li abbiamo indirizzati verso Caritas e Ics che già li assistano – ci spiega Roberti -: non è un problema del Comune trovare loro una sistemazione, se il prefetto non sa dove metterli che organizzi un pullman già questa sera».