Il governo del Burundi ha annunciato la sospensione di ogni forma di collaborazione con Ufficio delle Nazioni Unite per i diritti umani (Ohchr). L’annuncio è stato dato oggi dal portavoce del governo, Philipe Nzobonariba, che ha rilasciato una dichiarazione all’emittente televisiva statale. D’ora in avanti, ha affermato Nzobonariba, l’Ohchr dovrà discutere con il governo prima di qualsiasi attività nel paese.
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Il provvedimento segue la decisione delle autorità del Burundi di vietare l’ingresso nel paese a tre investigatori delle Nazioni Unite che hanno accusato il governo di aver commesso “gravi violazioni dei diritti umani”. Secondo quanto si apprende da una lettera firmata dal ministro degli Esteri, Alain Aime Nyamitwe, i tre funzionari – il colombiano Pablo de Greiff, il sudafricano Christof Heyns e l’algerina Maya Sahli-Fadel – “non sono più considerati i benvenuti in Burundi”.
Nel frattempo, parlando ieri a New York, il portavoce delle Nazioni Unite, Stephane Dujarric, ha invitato il governo di Bujumbura a cooperare con gli investigatori. “È fondamentale che il Burundi e tutti gli altri paesi cooperino pienamente con gli organismi delle Nazioni Unite responsabili per i diritti umani”, ha detto il portavoce. In un rapporto pubblicato il mese scorso, i ricercatori hanno denunciato che migliaia di persone sono state torturate, hanno subito abusi sessuali o sono scomparsi nelle violenze nel paese scoppiate nell’aprile 2015, dopo l’annuncio della ricandidatura del presidente Pierre Nkurunziza ad un terzo mandato. (Res) © Agenzia Nova
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