450 litri d’acqua a testa al giorno. No, nessun errore di calcolo o di battitura: per quanto possa sembrare irreale, questa è la quantità media di acqua potabile pro capite che i migranti di Lurisia consumavano quotidianamente presso la struttura che li ospita, l’ex hotel “Everest”. Con ogni probabilità, per manifestare il loro malcontento per alcune lungaggini burocratiche e, a loro dire, per la scarsa qualità del cibo, lasciavano aperti i rubinetti a loro disposizione 24 ore su 24, o giù di lì. Lo scrive il giornale della provincia di Cuneo targatocn.it
“Indubbiamente siamo di fronte a dei consumi anomali: non possiamo far restare a secco un intero paese per quella che non è nient’altro che una protesta” ha tuonato Paolo Bongiovanni, sindaco di Roccaforte Mondovì, che oggi, scortato dai carabinieri di Villanova Mondovì e accompagnato dal suo vice Gian Mario Raschio, ha incontrato gli oltre 70 richiedenti asilo alloggiati nella località termale.
“Quando abbiamo comunicato che avrebbero dovuto centellinare l’acqua a loro disposizione, arrivando a una quantità massima di 100 litri al giorno per ciascuno di loro, alcuni di essi hanno dato segni di disappunto e hanno manifestato il desiderio di essere trasferiti in città più grandi, anche se questa è una decisione eventuale che compete alla Prefettura – ha aggiunto il primo cittadino, che ha dialogato con i profughi servendosi di un interprete -. Loro devono capire che qui sono ospiti: se non rispetteranno i patti, saremo costretti a chiudere del tutto i rubinetti”. […]
Nei loro paesi, l’acqua non si paga.