Iraq: esercito pronto a lanciare l’offensiva finale su Mosul

 

L’esercito iracheno è in attesa di un ordine del preimier Haider al Abadi, comandante in capo delle forze armate, per lanciare l’offensiva per la liberazione di Mosul, ultima roccaforte dello Stato islamico (Is) nel nord dell’Iraq.

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Fonti della sicurezza hanno riferito ad “Agenzia Nova” che le forze dell’esercito che parteciperanno all’operazione sono in stato di allerta e attendono ordini da parte di Abadi questo pomeriggio. Il capo del governo iracheno aveva detto sabato primo ottobre che l’avvio della battaglia per la liberazione di Mosul è imminente. Nel corso di una conferenza stampa tenuta a margine di un’incontro dell’Alleanza nazionale, il primo ministro iracheno aveva invitato i residenti della città, che è in mano ai combattenti dell’Is dal 2014, a collaborare per la riconquista di Mosul, luogo dall’enorme valore simbolico e strategico. Abadi ha rassicurato la popolazione che i civili verranno protetti nel corso dell’operazione militare. La campagna per la liberazione del capoluogo della provincia di Ninive vede la partecipazione dell’esercito iracheno, che beneficerà del sostegno di altri paesi e di altri attori regionali.

All’operazione dovrebbero prendere parte circa 15 mila effettivi delle forze di sicurezza irachene che godranno anche della copertura aerea dei caccia della coalizione internazionale e dell’appoggio logistico delle forze curde Peshmerga. Non è ancora chiaro quale sarà il ruolo delle milizie popolari sciite. Gli Usa, da parte loro, hanno deciso di inviare altri 600 militari in Iraq per aiutare le forze governative nella battaglia di Mosul. Lo ha annunciato il portavoce del Pentagono, Peter Cook, sottolineando che i militari Usa forniranno appoggio logistico all’esercito iracheno e non parteciperanno all’attacco. Attualmente sono circa 4.400 gli effettivi Usa presenti in Iraq e con il nuovo contingente dovrebbero salire a oltre 5 mila. Secondo quanto riferisce il quotidiano turco “Daily Sabah”, non è escluso che anche la Turchia possa avere un ruolo nella liberazione di Mosul.

Ankara è impegnata in missioni d’addestramento dei militari iracheni nella zona di Bashiqa, nel distretto di Mosul, ma negli ultimi giorni si è detta disposta a fornire appoggio ai militari Usa nella liberazione della città, dove risiede una folta comunità turcomanna. La Turchia, da parte sua, ha già avvertito Washington che nella fase finale dell’offensiva e nel periodo successivo alla liberazione della città, a maggioranza sunnita, si dovrà tenere conto di alcune “sensibilità”, per evitare conflitti settari tra sunniti e sciiti.

Il vice segretario di Stato Usa, Antony Blinken, ha detto nei giorni scorsi che né le milizie sciite Hashd al Shaabi, né i Peshmerga entreranno a Mosul durante l’operazione militare. Una volta ripreso il controllo della città, ha detto Blinken, l’obiettivo è formare una forza sunnita che possa garantire l’ordine in assenza di scontri settari. Per quanto riguarda il coinvolgimento dei Peshmerga, lo scorso 29 settembre, il premier Abadi ha raggiunto un accordo di principio con il presidente della regione autonoma del Kurdistan iracheno, Massoud Barzani. Quest’ultimo ha detto che i Peshmerga collaboreranno con il ministero della Difesa iracheno e che questa cooperazione dovrà proseguire anche dopo la liberazione della città.

In una nota Abadi ha fatto sapere però di aver chiesto a Barzani di non approfittare della guerra in corso contro lo Stato islamico nel nord dell’Iraq per allargare la sua zona di influenza, in riferimento al fatto che le milizie curde hanno preso il controllo della ricca città petrolifera di Kirkuk dopo la ritirata delle forze irachene dal nord avvenuta nell’estate del 2014. Nello stesso periodo i curdi hanno allargato il loro controllo anche alle aree intorno a Mosul. “I dettagli del coinvolgimento dei Peshmerga nell’operazione sono ancora in fase di definizione”, ha detto ieri il colonnello Usa John Dorrian, portavoce della coalizione anti-Is.

Va comunque sottolineato che i Peshmerga hanno occupato diversi villaggi intorno a Mosul nelle ultime settimane, arrivando anche a 10 chilometri di distanza dalla periferia cittadina. La base aerea di Qayyara, situata 60 chilometri a sud di Mosul e recentemente liberata dalla presenza dell’Is, dovrebbe diventare invece l’hub logistico per l’assalto finale sulla città della provincia di Ninive: è lì infatti che si stanno concentrando i consiglieri militari statunitensi incaricati di affiancare l’esercito iracheno nella pianificazione dell’attacco. (Irb) © Agenzia Nova