La Corte europea dei diritti dell’uomo ha condannato l’Ungheria per la sua gestione dell’ergastolo. L’istituzione ha chiarito che un ergastolano non dovrebbe attendere 4 anni per sperare in un riesame della pena.
Il ricorso era stato fatto da due condannati per omicidio alla detenzione a vita, senza possibilità di condizionale. I loro legali hanno sostenuto che la loro pena corrisponde a un trattamento inumano e degradante, dal momento che la loro sola prospettiva è offerta da un’eventuale grazia presidenziale dopo 40 anni di detenzione.
L’Ungheria ha introdotto, in seguito a un’altra condanna della Corte europea dei diritti dell’uomo, nuove disposizioni nel 2015, le quali prevedono una procedura di ricorso obbligatorio alla grazia dopo 40 anni. In precedenza non esisteva alcun criderio predefinito per il ricorso alla grazia. (Fonte Afp)