Non ha risparmiato accuse al suo partito, al “degrado” che già nel 2009 era “davanti agli occhi di tutti”. Ha ammesso di aver ricevuto un finanziamento di dieci mila euro dalle coop di Salvatore Buzzi per la sua candidatura all’europarlamento ma ha assicurato di non aver mai partecipato a riunioni operative con il ras dell’imprese sociali romane. Testimonianza ricca di spunti quella di Goffredo Bettini, storico esponente della sinistra romana e ora europarlamentare nelle file del Pd, citato dalla difesa di Salvatore Buzzi nel processo di Mafia capitale. Un processo importante che mette in primo piano il modus operandi del partito di maggioranza, ma che è stranamente sparito dalle cronache giornalistiche.
Atto di liberalità
“Ho ricevuto dalla coop 29 Giugno un contributo di 10 mila euro per la mia candidatura alle Europee – dice Bettini davanti al giudice – Un bonifico che non ricordo se fu fatto alla campagna elettorale o all’Associazione che mi sostiene. So con certezza che è stato registrato”. Per il braccio destro dell’ex sindaco, Walter Veltroni, “fu un atto di liberalità – ha aggiunto -. È una cosa naturale e legittima che le coop sostengano le candidature importanti della sinistra. Il problema è lo scambio”.
Il libro di denuncia
Subito dopo Bettini ha letto in aula un passaggio di un suo libro del 2009 in cui denunciava la degenerazione della piaga della corruzione in politica. Sollecitato dalle domande dell’avvocato Alessandro Diddi, difensore di Buzzi, del pm e dell’avvocato Giulio Vasaturo per l’associazione Libera, Bettini non ha saputo indicare precise responsabilità personali per quel sistema di malaffare. “Era solo una valutazione politica. Se avessi avuto informazioni di reato, le avrei riferite immediatamente in Procura”, ha detto.
redazione tiscali