Firenze – Ricoverato al Meyer di Firenze un bambino di tre anni che ha contratto il virus da meningococco di tipo “C”. Il bambino aveva accusato ieri febbre alta con convulsioni ed era stato ricoverato all’ospedale San Giuseppe di Empoli. Con l’aggravarsi della situazione i sanitari hanno disposto l’immediato trasferimento all’ospedale pediatrico Meyer. Il bambino e’ ora ricoverato in via precauzionale in terapia intensiva, ma la situazione clinica e’ stabile e per il momento tranquillizzante, anche perche’ era stato vaccinato contro il meningococco C nel 2014.
“Come e’ noto, in una minima percentuale di casi – si legge in una nota – i vaccini possono non garantire la totale immunita’ dalle malattie. In genere, pero’, la vaccinazione fa si’ che si abbiano forme piu’ attenuate, o comunque con prognosi migliore di quella che si avrebbe se non vaccinati”. L’Unita’ funzionale di Igiene Pubblica del Dipartimento di Prevenzione dell’ASL Toscana Centro – zona di Empoli – ha immediatamente attivato le procedure per la profilassi, e sta sottoponendo a copertura antibiotica le persone, peraltro gia’ individuate, che negli ultimi otto giorni hanno avuto contatti stretti e ravvicinati con il bambino. Il numero di questi e’ per fortuna esiguo e non supera le trenta persone complessivamente. Si ricorda che a scopo cautelativo e solo per maggiore sicurezza la profilassi dei contatti dovra’ essere eseguita anche se e’ gia’ stata effettuata la vaccinazione contro il meningococco C.
“Il vaccino puo’ non garantire l’immunita’ al 100 per cento, ma potrebbe influire positivamente sul decorso della malattia”, spiega all’AGI Gianni Rezza, il direttore del dipartimento Malattie infettive dell’Istituto Superiore di Sanita’ (Iss), commentando il caso. “Non abbiamo statistiche sulle mancate risposte al vaccino, ma sappiamo che puo’ succedere”, sottolinea Rezza. “Questo pero’ non significa che vaccinarsi sia inutile. Anzi – ha precisato – nella maggior parte dei casi offre protezione”. Non solo. Il vaccino contro il meningococco C, anche qualora non funzionasse, potrebbe essere lo stesso d’aiuto in caso di malattia. “In genere, il vaccino potrebbe migliorare il decorso e la prognosi della malattia”, conclude Rezza. (AGI)
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