Carpe diem secondo Tiziana e secondo Orazio

 

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Di Gianmarco Landi

Tiziana Cantone era una bella ragazza del napoletano che a seguito di alcuni video porno amatoriali da lei stessa realizzati, ha visto la sua immagine pubblica compromessa fino al punto di cadere in depressione e tentare più volte di uccidersi, un infausto evento riuscitole proprio l’altro ieri.

Sono rattristato come molti, perché una donna di appena 31 anni conosciuta, sebbene come piccolo personaggio in una dimensione virtuale, che si uccide con un foulard al collo, è una di quelle notizie che rendono fastidiosa una giornata.
Sono però ancora più infastidito ed intollerante rispetto a chi, commentando la vicenda, è in grado di partorire tesi ‘scientificamente corrette’ quali: “Maschietti, Tiziana si è uccisa per colpa vostra…” oppure “Tiziana si è uccisa per colpa dei moralismi…” etc…, perciò espongo il mio punto di vista salendo in piedi sulla cattedra di questi professori del politicamente corretto, i rimbambiti dal relativismo culturale e dal femminismo più idiota.

Io sono un uomo della generazione X, quella dei nati tra il 1960 e il 1980, e il film più pregno e controverso concettualmente della mia generazione è l’Attimo fuggente di Peter Weir, la storia di un professore di lettere che insegna ai suoi studenti a ricercare il proprio ‘Io’ , cioè a vivere con la consapevolezza e la gioia di dover essere protagonisti di ogni attimo della propria vita. In realtà la morale del film fu depravata nella vulgata popolare percepita, perché molti pensano ancora oggi che carpe diem significhi vivere da protagonisti individuali ogni attimo della propria vita, in maniera spensierata, godereccia, senza pensare alle conseguenze, quando invece Orazio aveva concepito questa locuzione per invitare a godere del presente, cioè quello che si ha davanti.
Mi viene in mente questo film poiché l’accadimento centrale dell’opera è il suicidio di uno studente, un evento che viene ‘imbandierato’ dal preside – l’autorità costituita- con un’unica verità pubblica, e cioè che l’aspirazione alla Libertà e l’Individualismo propugnato dal professore Keaton ( Robin Williams) erano stati forieri di disorientamento, e infatti esse avrebbero istigato al suicidio il giovane ‘impazzito’ nel senso di volersi sottrarre all’Autorità paterna che aveva programmato la sua vita fino ai 25 anni.

In realtà nel film emergeva anche un’altra verità, e cioè che il ragazzo si era ucciso per l’oppressiva presenza ed ingerenza del padre e quindi dell’Autorità che non sapeva cogliere l’essenza vitale e meravigliosa del singolo Io. Questa verità poté emergere nel finale del film in maniera dirompente nell’artificio finale dei ragazzi che salutavano il professore appena cacciato dalla Scuola, salendo con i piedi sul banco, rimanendo sordi rispetto ai concomitanti rimproveri del preside e recitando i versi di una poesia di Whitman nel solco del Carpe diem di Latina memoria, cioè dimostrando che loro erano capaci grazie alla cultura trasmessagli di guardare le cose anche da un altro punto di vista, benché contrario a quello a loro imposto dalla verità politicamente corretta.

In un certo senso la storia della povera Tiziana mi sconvolge perché inverte il senso profondo del mio film preferito. Nel suo triste caso personale la ricerca e l’affermazione del proprio Io, quando è prevalentemente espresso attraverso maschere da femme fatale a flash di selfie, in effetti ha potuto concorrere a determinare comportamenti scriteriati ed infine indurre al suicidio.

Fino a qualche anno fa solamente le attrici e le modelle avevano un’immagine pubblica che finiva per danneggiare o migliorare la loro carriera, ma con i social network tutti noi possiamo avere un’immagine pubblica che può crescere e migliorarci la vita reale, ma ci può anche fuorviare e sovrastare, con ciò che di brutto ne può conseguire.
I vip hanno dei paparazzi che gli rovinano la vita o alimentano un personaggio mettendo in discesa la sua carriera, ed è una cosa positiva se su Facebook chiunque può migliorare le proprie relazioni e le proprie opportunità di conoscenza e relazione diffusa, come è per i vip, ma così come è per costoro, la vita si può rovinare per una leggerezza di azioni commesse, cioè per le stupidità che si fanno senza giudizio. Se uno si presenta ad un colloquio di lavoro deve sapere che oggi chi lo esaminerà andrà sulla rete a cercare qualcosa sul suo conto, e qualora trovasse pose o concetti sconvenienti, come lo giudicherà l’esaminando nel senso del posto di lavoro ambito? La stessa cosa vale per un professionista che deve andare a vendere un prodotto o un servizio, e incontrare un buyer/cliente che si potrà preparare all’incontro, oppure per chi deve stipulare un contratto con qualcuno o anche se da vicino di casa si entra in rapporti con le persone che ci circondano nella vita reale.

Quello che è successo a Tiziana Cantone è orribile, ma non è colpa di chi ha trasmesso i video da What’s app. a Facebook: a chi vogliamo prendere in giro?
La realtà dei fatti esiste, è non è quella che ci stanno propinando i media, cioè la Bella e la Bestia sociale delle comunity web. La trentenne non era un’ignara fanciulla che voleva divertirsi quando un branco di maschi libidinosi e repressi ha tratto profitto infame, anche a seguito di commenti sulla rete. Qui non siamo in presenza di uno stupro di immagine, bensì di autolesionismo per incoscienza e irresponsabilità che ha avuto luogo abusando delle Libertà e delle possibilità. La ragazza in questione sapeva di trovarsi davanti ad una telecamera, dove ha spiegato quanto volesse far soffrire il suo ragazzo facendosi trattare da troia (ripeto letteralmente quello che ho sentito in video), e incitando il suo amante occasionale ad insultare il suo uomo epitetandolo con ‘cornuto’, il più grande cornuto di Italia per ‘merito’ del sua ragazza.

Dopo questo primo video ne sono stati fatti altri (tre o quattro non ricordo) e le sceneggiature erano differenti ma sempre sconvenienti, perché lei era compiacente e dispregiativa di sé stessa e del suo uomo, e come tutte le storie di ravvedimento e pentimento, la depressione arriva quando i video giungono alla vista delle persone care, oltre che alla massa, e ci si rende conto gioco forza di aver commesso una cosa non senza valore, ma con un Dis-valore insito nella fattispecie della cattiveria e del disprezzo disvelato verso la natura umana di essere maschio ed essere femmina-
Questa cosa, peraltro resa pubblica deliberatamente, non poteva portare a nulla di buono ma solo a tanto di cattivo. Mi dispiace per Tiziana che ne è rimasta la principale vittima, ma non si può fuggire da quello che si dice o si fa di molto grave. Le nuove generazioni non hanno ancora capito la potenza della Rete e questo è il vero problema: le persone stupide che usano un mezzo potente.

Un bambino che gioca in un parco con un accendino cosa potrà fare di buono se non il piromane? E’ forse colpa del fuoco? Un ragazzo di 16 anni, o un uomo irresponsabile di trenta che guida una moto di grossa cilindrata con temerarietà esibizionistica cosa potrebbe fare se non schiantarsi prima o poi facendo del male a sé stesso e agli altri? E’ colpa del motore a scoppio? Un pugile con un destro di ferro, se partecipasse ad una rissa spavaldamente dando libero sfogo alla forza della sua natura fisica, cosa potrebbe fare se non mandare qualcuno in coma e magari metterlo su una sedia a rotelle a vita? E’ colpa dei muscoli o degli allenamenti?

Ogni mezzo potente impone una condotta responsabile e quindi dei limiti, cioè delle regole di utilizzo della Libertà, il cui valore assoluto che io riconosco appieno, non contempla il poter fare il cazzo che passa per la testa in quel momento, fottendosene delle conseguenze. Ripeto, non è questo il senso del Carpe diem di Orazio ripreso dall’Attimo fuggente. La Libertà, è una vera Libertà, nella capacità di discernimento ed essa non si matura con i selfie, i like, o indossando pantaloncini attillati in home page.

Tiziana era una bellissima donna e non essendo nata in una comunità che le negava culturalmente la Libertà dell’esercizio del suo potere di fascinazione femminile, come le insopportabili società islamiche, poteva mostrarsi in pubblico a suo piacimento. In questo modo comunicava una parte di sé stessa, anche con look sensuali con cui inondava il suo profilo. Ma questa Libertà che Lei aveva, come dovrebbero avere tutte le donne del Mondo, cioè questo potere di genere, comporta la responsabilità di capire quello che si può anche fare di cattivo agli altri, e questa cosa non è tanto dissimile dal guidare una moto in maniera selvaggia.

In Occidente una donna può andare ad una festa senza mutande e non succede nulla se non qualche sospiro mediatico; può fare la escort, può fare la porno star o può vivere la propria sessualità in maniera omosessuale, per passione, amore o ricreazione non ha importanza cruciale, ma non può usare il suo potere del corpo per fare della violenza morale agli altri, specie al suo uomo.
Tiziana, invece, voleva umiliare ed umiliò il suo fidanzato usando la sensualità della sua faccia e della sua bocca, facendosi riprendere consapevolmente per tre volte da una telecamera mentre lo tradiva in modo volgare, e se il video non fosse mai approdato su internet chissà se ne avrebbe avuto a pentirsi, ma forse avrebbe continuato a guardare la sua performance prendendo in giro il suo fidanzato o altri uomini a cui avrebbe fatto perdere la testa, curvandoli per capriccio, compiacimento o interesse egoistico. Questo modo di poter essere donna, deve essere stigmatizzato.

Ogni foto della ragazza presente su FB è sexy, ma non sono stati dei paparazzi a scattare le immagini in questione, bensì lei stessa, e anche dopo l’accadimento percepito da lei come molto grave, tanto da adire le vie legali per oscurare le immagini invocando il diritto all’oblio, lei non ha mai rinunciato al taglio sensuale del suo profilo social, come se apparire sexy su un social unitamente al diritto di essere esentata da critiche per quanto aveva concretamente commesso mettendosi sulla bocca di tutti, fosse un diritto irrinunciabile sancito nella dichiarazione dei diritti dell’uomo.
Se Tiziana avesse avuto la maturità di chiedere perdono al suo ex fidanzato, quel perdono che la nostra civiltà riconosce nel nostro concetto di sincero pentimento, e avesse ammesso l’errore commesso nelle finalità di quei video, rendendo pubblica questa maturazione, probabilmente sarebbe tra noi perché da lì in poi chiunque l’avesse attaccata su un social avrebbe dovuto confrontarsi con 10 post in sua difesa, dato che le cattiverie gratuite non sono ammesse, che siano in un senso o in un altro. Nella civiltà che Noi viviamo il rispetto pubblico degli uomini verso le donne è esattamente eguale a quello che le donne devono avere verso gli uomini, nella regola cardine: non fare agli altri quello che non vorresti fosse fatto a te.

L’unico messaggio che dovrebbe passare dopo questa situazione sciagurata, cioè quello che direi ad una Tiziana.2 onde evitare che magari, ad esempio, l’anno prossimo una ragazzina di 16 anni faccia una cosa analoga per rappresaglia contro il padre responsabile di non averla mandato in vacanza con le amiche, per me sarebbe questo:
puoi apparire in pubblico come vuoi ed usare il potere della tua bellezza per orientare e facilitare la tua vita secondo la tua inclinazione, così come puoi vivere la tua sessualità appieno, ma non puoi usare questo potere e questa libertà per fare del male agli altri o come strumento di mortificazione e coercizione altrui. In questo ambito devi stare attenta a quello che fai circolare in rete, perché è come un tatuaggio: una volta fatto lo porti in giro ed è difficile da togliere qualora non ti piacesse più. Se trascendessi nell’uso di questo potere di essere femmina nonché nelle Libertà concesseti da Madre Natura e dalla Nostra Civiltà, sappi che ne dovrai rispondere, perché la Società in cui vivi risponderebbe ricambiandoti pan per focaccia, con meccanismi tipici degli animali sociali quale anche tu sei, molto prima delle social comunity. Perciò se vuoi che il mondo non pensi a te come ad una troia cattiva, non dovresti mai fare video porno per dispetto, peraltro con persone che in un italiano incerto commettono cattiverie e proferiscono insulti per compiacere il tuo capriccio.

In conclusione ribadisco che sono profondamente rattristato dalla morte di Tiziana, ma le ragioni di questa sciagura non sono nei maschietti sporcaccioni, nella Rete, in FB, nella presunta società maschilista, o nei leoni da tastiera che si scagliano contro ogni stortura percepita con la violenza dell’elettore medio grillino.

La sciagura è stata causata allo stesso modo di un centauro che si schianta in moto a 180 KM all’ora percorrendo una strada urbana che aveva una limitazione di velocità, sebbene non ben segnalata da cartelli, di 50KM . Purtroppo un territorio urbanizzato, con le sue case, le sue piccole stradine e le sue sensate limitazioni, non può adattare le sue strade alle esigenze di guida spericolata così come la società urbana non può adattarsi alle emotività che passano per la testa di qualcuno di noi che le propone in maniera dirompente in Società pensando di poter percorrere ad alta velocità strade che non esistono.