Der Spiegel, la UE sta per spaccarsi

 

BERLINO – La sostanza è: la Ue sta per spaccarsi in due: Nord contro Sud. E a scriverlo è niente di meno che il Der Spiegel. “I capi di governo dei Paesi del Mediterraneo sono spesso stati derisi da Bruxelles con il nomignolo ‘Club Med’. Ora e’ diverso – scrive in una lunga analisi il settimanale tedesco Der Spiegel -.

TSIPRAS-RENZI-HOLLANDE

La scorsa settimana Francia, Italia, Grecia, Spagna, Portogallo, Cipro e Malta hanno tenuto un vertice in Grecia. Il Presidente francese Hollande ha dichiarato: “Abbiamo bisogno di un programma di crescita che viaggi con la domanda”. Il primo ministro italiano Matteo Renzi ha presentato un piano concreto per un fondo da 50 miliardi di euro: ogni membro della Ue dovrebbe destinare lo 0,5 per cento del Pil al contrasto alla disoccupazione. Finora tale proposta è sempre stata rifiutata da Berlino e Bruxelles. Atene spera di nuovo in un asse Renzi-Tsipras, mentre Hollande può nuovamente bearsi del ruolo di “senior leader”.

“Mentre il Sud d’Europa trova coesione – continua l’articolo -, la Germania ha perso un alleato potente, la Gran Bretagna. Il gruppo dei Paesi mediterranei sostiene che l’Europa deve avere una nuova visione e una nuova politica. “Rappresentiamo piu’ della meta’ dell’Ue “, ha detto il premier italiano Renzi ad Atene. “Siamo al centro della crisi dei rifugiati, di quella della sicurezza e della crisi economica”, gli ha fatto eco Tsipras. Il Nord Europa, nel frattempo, tentenna. Il leader del gruppo parlamentare del gruppo Ppe al Parlamento europeo, il tedesco Manfred Weber, ha lanciato accuse nei confronti di Tsipras, reo a parer suo di provare “nuovamente a giocare ai suoi giochi”. Ha inoltre accusato Hollande di “Trattare con i comunisti del Sud”. Altrettanto sprezzante e’ stato il ministro delle Finanze tedesco Wolfgan Schaeuble, che ha esortato i suoi omologhi del Sud a risparmiare di più”.

E’ evidente una frattura orizzontale in Europa: da un lato il variopinto caravanserraglio dei Paesi mediterranei e del Sud con le loro richieste alla Ue di mani libere per la spesa e per i disavanzi di bilancio degli stati, dall’altro – e opposto – lato i Paesi del centro Europa e del Nord, sempre più diversi e lontani dalle logiche levantine che anzi criticano aspramente con questo evidenziando la frattura ogni giorno più insanabile tra visioni e destini diametralmente opposti della Ue.

A questo quadro descritto dal Der Spiegel si aggiungono come benzina sul fuoco le dure accuse alla Commissione Ue e al suo capo, il discusso e controverso Juncker.

“Il presidente della Commissione europea, il lussemburghese Jean-Claude Juncker, presenterà proprio oggi al parlamento Ue la sua relazione annuale sullo stato dell’Unione. La questione centrale sulla quale dovrebbe soffermarsi Juncker – sostiene, sempre oggi, un editoriale del quotidiano spagnolo El Pais -riguarderà rilevanza e capacità dell’Ue di rispondere ai problemi che preoccupano i cittadini europei. Ancora una volta, infatti, la Ue versa in uno stato di fragilita’ e disunione estremamente preoccupante. Alle problematiche che si insinuano ormai da tempo sul fronte economico, dove nonostante l’azione della Bce dominano la crescita debole e la disoccupazione persistente, si aggiungono ora lo shock causato a giugno dalla decisione del popolo britannico di lasciare l’Ue, e l’ascesa del nazionalismo in tutta Europa. Due questioni – prosegue El Pais – che rappresentano una minaccia molto grave per l’integrazione europea”.

“Questo clima di disgregazione politica – continua l’editoriale dell’autorevole quotidiano spagnolo – e’ la logica conseguenza di anni di crisi economica e, soprattutto, della mancanza di risposte efficaci ai bisogni reali della gente. La minaccia jihadista, la deriva autoritaria della Turchia, i naufragi nel Mediterraneo, l’ascesa del nazionalismo anti-immigrati e la mancanza di crescita economica sono problemi legati tra loro da un elemento comune: la mancanza di una leadership e di uno scopo comune della Ue e il dissolvimento di valori quali la lealta’ e la solidarietà senza i quali il progetto europeo non puo’ sostenersi. La vera sfida per Juncker e per gli alfieri del progetto europeo – popolari, liberali e socialisti – non e’ spiegare di quale Europa abbiamo bisogno, ma perche’ sembra impossibile raggiungerla. La debolezza dell’Europa di oggi – conclude l’editoriale – non sta nella mancanza di idee, ma nell’incapacita’ di attuarle”.

E’ un altro modo per dire la stessa cosa: l’Unione europea è agli sgoccioli. Sta per finire.

Redazione Milano – – IL NORD

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