L’Italicum sarà bocciato dalla Corte Costituzionale
Il primo a scoprirlo è stato Re Giorgio. Guarda caso, il giudice che ha il dossier è proprio quel Nicolò Zanon che Napolitano ha voluto alla Consulta. Così, per fare il “figo”, il presidente “emerito” ha anticipato sabato su Repubblica che la legge elettorale dev’essere rivista.
Poi s’è accodato pure il premier paraguru (pure lui informato), che ha annunciato in Sicilia la propria disponibilità a rivedere la legge elettorale scritta da Anna Finocchiaro (ex dalemiana) e firmata da MariaEtruria Boschi. Ed approvata in Parlamento con il voto di fiducia.
La sicurezza che la Consulta boccerà l’Italicum Matteuccio l’ha avuta dopo aver ottenuto la conferma che i vari giudici favorevoli alla legge elettorale erano stati convinti uno ad uno del contrario.
Resta un dato: in Italia c’è un Parlamento che approva con il voto di fiducia una legge elettorale – mica la ratifica di una direttiva europea – poi dichiarata incostituzionale dall’Alta Corte. Almeno, con il Banana la Camera non ricorse al voto di fiducia per decidere che Ruby Rubacazzi era la nipote di Mubarak.
Ora non resta che aspettare il 4 ottobre per completare la pantomima. Ma Renzi pensa di essere il più “dritto” di tutti. Ha detto che è pronto ad accettare modifiche alla legge elettorale. Ma solo dopo il voto sul referendum.
Dato per scontato che questo si potrebbe svolgere i primi di dicembre, il Parlamento sarebbe chiamato a discutere le modifiche all’Italicum solo a gennaio: cioè, al termine della sessione di bilancio. Insomma, il ragionamento di Matteuccio è: prima mi dite “si” al referendum; poi, vi concedo una legge ordinaria con le modifiche che chiede la Corte Costituzionale.
Al contrario, se vincessero i “no”, a quel punto sarà il nuovo governo (che inevitabilmente si dovrà formare) a modificare l’Italicum. E’ chiaro a tutti che l’attuale schema – voto di maggioranza e non alla coalizione – porterebbe dritti i Cinque Stelle a Palazzo Chigi. Eventualità che nonostante i casini fatti dalla Raggi a Roma resta sempre altamente probabile.
Una soluzione che terrorizza sia Renzi sia Berlusconi. Ma soprattutto le Cancellerie di mezzo mondo.