Foggia, tentata violenza sessuale in un negozio di Piazza Giordano foggiatoday.it
Il dramma di dover rivivere quegli attimi e 25 giorni di convalescenza, in più la beffa che il ragazzo che ha tentato di violentarla è stato solamente denunciato a piede libero e ieri notte messo su un treno in partenza per Milano. Vittima dell’aggressione una commessa di 29 anni, afferrata per un braccio e buttata a terra all’interno di un negozio in Piazza Giordano, ieri pomeriggio poco dopo l’orario di apertura.
Questi i fatti nel racconto struggente di una madre che non si dà pace per quanto accaduto e soprattutto per la decisione presa dal PM di comminare soltanto una denuncia a piede libero. Non ci sarebbero infatti gli estremi per la flagranza di reato.
L’increscioso episodio è avvenuto intorno alle 17, quando nemmeno il tempo di accendere le luci e di sistemarsi, che la dipendente dell’attività commerciale si è trovata di fronte un individuo che ha detto di conoscerla e di averla già vista. “Non mi sembra di conoscerla, ma se ha bisogno di qualcosa mi dica pure” la risposta. Intuite le reali intenzioni del ‘finto cliente’, la commessa ha raggiunto il retro della cassa per prendere il telefono cellulare in borsa, ma è stata afferrata per un braccio, scaraventata a terra e colpita.
Durante la colluttazione, la vittima ha trovato la forza di reagire e con una mano ha afferrato il violentatore alla gola, che sentitosi soffocare si è alzato ed è scappato via urlando “Aiutate la ragazza, aiutate la ragazza”. A quel punto la ventinovenne si è rialzata ed è uscita fuori per chiedere aiuto. Giunti immediatamente sul posto, gli uomini della Polizia Municipale hanno bloccato e portato in Questura l’aggressore di nazionalità albanese. Da qui, qualche ora dopo, è stato accompagnato in Stazione e fatto salire su un treno.
A FoggiaToday la madre della vittima commenta così la decisione del PM: “Non ho parole, sono indignata e sconcertata. Non c’è giustizia, questo non è un paese civile”. E ancora: “Mentre lui è libero, a mia figlia è stato consigliato di non andare a lavorare. Mi chiedo se la PM si sia resa conto che lasciandolo libero ha condannato mia figlia”.