È uno dei temi caldi dell’estate, quello delle espulsioni di genitori stranieri di figli svizzeri. Una pratica oggetto di due interrogazioni dei deputati PPD Giorgio Fonio, Maurizio Agustoni e Lorenzo Jelmini (una sui padri, l’altra sulle madri), i quali ritengono che il Canton Ticino stia adottando una politica troppo severa, che penalizza i figli.
Oggi, per corroborare la loro tesi, Fonio, Agustoni e Jelmini hanno pubblicato su Facebook un caso concreto, che riguarda un 45enne ticinese sposato da quindici anni con una donna italiana, alla quale di recente è stato intimato di lasciare il Paese.
Fonio e colleghi precisano che la storia è stata modificata per tutelare le persone coinvolte, ma che “le conclusioni sono invece (purtroppo) reali”.
A raccontare la storia è il protagonista della vicenda, che chiameremo Francesco.
“Buongiorno, mi chiamo Francesco, ho 45 anni e da 15 sono sposato con Irene. Io sono attinente di Corippo mentre mia moglie è cittadina italiana. Da 10 anni siamo genitori del piccolo Luca che è cittadino svizzero avendo preso la mia nazionalità” scrive l’uomo.
“Ho sempre lavorato come cameriere in un ristorante di Lugano. Purtroppo però 4 anni fa il titolare ha deciso di chiudere l’attività e sono finito in disoccupazione” prosegue Francesco. “Il mondo del lavoro in questi anni è sotto pressione e come molti altri ticinesi come me non sono riuscito a trovare nulla e dopo due anni, sono caduto in assistenza. Un dramma. Un’umiliazione. Una vergogna.”
“Mia moglie, operaia in fabbrica, quando è nato nostro figlio è rimasta a casa per prendersi cura di lui” scrive ancora l’uomo. “Non avevamo chiesto nulla allo stato, semplicemente facevamo una vita semplice: mai una pizza, niente spese pazze e in vacanza una settimana all’anno in campeggio.”
“Nei giorni scorsi ho ricevuto una lettera inaspettata: mia moglie a causa del fatto che io non ho un lavoro e di conseguenza siamo a carico dell’assistenza, dovrà lasciare la mia Svizzera nei prossimi mesi lasciando me e nostro figlio senza di lei” prosegue l’uomo. “Non so quanti dei miei contatti potrebbero trovarsi a vivere una situazione simile alla mia. Spero pochi. Ma sappiate che oggi qualcuno mi ha indicato la strada: se voglio continuare a far vivere mio figlio con sua madre devo lasciare la mia nazione!”
“Questo è quello che succede oggi nel mio cantone” conclude Francesco. “Grazie a tutti voi che avete dedicato il vostro tempo a leggere la mia storia.” ticinonews.ch