Bologna, 5 settembre 2016 – Riuniti al vecchio tavolo, come quasi mezzo secolo fa. Da lì, nel ‘covo’ del ristorante ‘Da Gianni’ di Costaferrata, frazione di Casina nel Reggiano, è partito tutto. E lì, venerdì sera, molti di loro sono ritornati.
Come scrive il Resto del Carlino, nel ristorante dove, nei primi anni Settanta, nacque l’esperienza eversiva che portò alle Brigate Rosse, venerdì sera c’erano anche Nadia Mantovani, che fu compagna di Renato Curcio, e un gruppetto di trentenni, dipendenti della cooperativa bolognese ‘Verso Casa’, da lei fondata, che si occupa del reinserimento lavorativo dei detenuti.
Tra i tavoli di ‘Gianni’ sarebbe nato il simbolo della stella a cinque punte. Idee rosse, allora, diventate talmente rosse da confondersi poi con il sangue delle vittime del terrorismo.
Mantovani fu condannata per un totale di 20 anni e 2 mesi di reclusione per i reati di terrorismo, banda armata, sequestro di persona, rapina, associazione sovversiva. Reclusa nei carceri speciali di Torino e Voghera si dissociò dalle Brigate Rosse nel 1985.
Venerdì sera, attovagliati al ristorante, c’erano anche Roberto Ognibene, Loris Tonino Paroli e Lauro Azzolini. E poi Raffaele Fiore, Antonio Savino, Giuseppe Battaglia, Piero Bertolazzi e Bianca Amelia Sivieri. Sono stati però i ragazzi bolognesi, come racconta l’avvocato Vainer Burani, che ha partecipato alla cena, a salutare a fine serata con il pugno e cantare ‘L’Internazionale’.
Ma che bella rimpatriata!
E ti pareva che non si rincontrassero con la cena!