Puo’ ripartire l’economia, la Scuola, nella società dell’imbroglio, del clientelismo, dei padrini? Una società a-coesa ?
Se in un Paese, per la sua mentalità, che è latino-americana (anche in Italia? Si ! ) (1), la doppiezza della vita sociale/politica è generalmente capace di fingere la promozione di buoni risultati sociali, di nascondere il perseguimento di obiettivi nascosti e tornaconti privati, quel Paese avrà, oggi o domani, una “societàchenonfunziona”.
Definizione di una “societàchenonfunziona”: quella che dà il potere ai magliari ed ai fingitori di capacità gestionali di eccellenza. E dimentica i diritti dei cittadini….
Il potere potrà farsi aiutare da “scugnizzi con stipendiucci”, incaricati di :
a) convincere il popolo ignorante che il potere si occupa del presente e del futuro dei cittadini ;
b) portare le borse negli spostamenti e nelle fiere di fatue illusioni (congressi di partito e simili);
c) organizzare delle gestioni istituzionali che, senza mostrarlo, portino il “grano” alle cricche del potere, spremendo con le tasse e abusando dei cittadini e dei loro diritti.
Si tratta del miglior modo per introdurre la povertà…..
Questo tipo di arretratezza mental-sociale, che porta al disastro sociale (se non è combattuto fortemente e se non è sconfitto da cittadini e imprenditori) puo’ prendere piede facilmente nei Paesi tolleranti o lassisti. Qualche esempio ? I Paesi latino americani, l’Italia, la Grecia, forse qualche altro Paese balcanico.
La società gestita dalla combriccola delle quattro “M” (magliari, millantatori, mistificatori, malaffaristi) è ormai affermata. Dove finirà ? In America Latina o nel Magreb ?
Dal 1861 in poi
A seguito dell’andazzo negativo che inizio’ dopo l’unità del territorio italiano, non solo non fu fatta la prima cosa necessaria, l’Unione delle teste e dell’anima dei cittadini:
E successe cosi un secondo fatto spiacevole : la creazione, provocata dalla politica, di due Italie : a) quella formale-istituzionale, che poco funziona ; b) quella del sottofondo (fatta di iniziative di tornaconto, generalmente nascoste).
Gli Italiani si adattarono da tempo (è la loro specialità : accettare TUTTO e non reagire) alla complicità, al sottinteso, al non detto, al disinteresse per il modello europeo (cioé cittadino e stato che vanno a braccetto, che è l’unico approccio al progresso, vedi Paesi avanzati d’Europa). Si adattarono alla Doppiezza Sociale….
L’Italia sociale non è mai nata, Prezzolini scrisse “Italiani ? Ghregge di pecore anarchiche”….
Dunque il cittadino italiano, non riuscendo a capire il colore e la direzione delle iniziative dello stato, appena formato ma poco aperto, poco veritiero ( condizionato, se non ricattato talora, da congreghe e associazioni nascoste), assunse con il tempo questo stato mentale/comportamentale :
– la politica, non si capisce :
– l’interesse dei cittadini ? Si dice : “Se cambia il governo, speriamo…, allora tutto andrà forse meglio”. Niente da fare…
– cambiano i governi, talora anche le cricche influenti nell’ombra. E la Certezza del Diritto per i cittadini non fu mai né cercata né ottenuta dai ministri dei vari governi ;
– per soddisfare i propri bisogni, gli Italiani, vedendo sordi i poteri politici, si rivolgono alle cricche che operano nell’ombra ;
– i comportamenti del cittadino, in tale ambiente fittizio di Doppio Scenario nelle istituzioni, divennero esitanti, scettici, grigi, senza speranza; le facce divennero senza colore, sonnolente e frustrate. Le capacità professionali pubbliche divennero… quel che vedete.
Nacque cosi l’Italia asociale, quella che se ne frega dello stato e delle sue leggi, ove i cittadini hanno sfiducia e rassegnazione stampate sul volto (il passo successivo sarà la depressione) e lo combatte nella misura in cui accetta connivenze e inquinamenti da parte di congreghe, le quali non conoscono né le leggi dello stato, né i valori positivi per la coesione, né la condotta virtuosa, né la promozione dell’Istruzione e della Cultura, che sono le condizioni base per il progresso.
Divenuto cosi il cittadino uno che sopporta abusi e prepotenze, la sua spina dorsale si rammolli, divenne di cotone intriso di un liquido dal nome “impotenza, rassegnazione”. Le sue incapacità sociali – ad esempio di associarsi per realizzare i propri diritti finora teorici – non nacquero mai….
E la finta Nazione Italia, senza leggi che funzionino, senza motivazione e capacità del potere di lavorare per essa, senza affermazione della forza dello stato per realizzare i diritti e gli obblighi dei cittadini. Lo stato non è mai stato capace di realizzare gli obiettivi che, 150 anni fa, aveva fissato per gli Italiani.
A obiettivi mancati, sprechi di risorse assicurati. A finzioni pubbliche diffuse, fallimenti garantiti. A doppiezza politica, imbrogli assicurati. A cittadino senza midollo, stato di pastafrolla. All’irresponsabilità sociale, delusioni frequenti…..
Mazzini scrisse : “La Patria non è unione di territorio e basta. La patria è concordanza, unione di sentimenti, unione del disegno e del destino di Nazione !”
D’Azeglio propose : “Fatta l’Italia, bisogna fare gli Italiani”.
Ambedue questi veri Italiani (nell’anima) non furono ascoltati. Sarebbe stato fastidioso per certe persone che preferiscono operare nell’ombra, che dette due raccomandazioni fossero applicate. Notare che “Fare gli Italiani” comporterebbe l’uso di una pedagogia della realtà, dell’efficienza, delle virtu civiche, della costruzione sociale, dell’orgoglio nazionale, che non si è mai voluto inventare, per incapacità, per assenza di impegno, per tornaconto, per stupidità…
Amarum in fundo : un governo di professori (riferim. a Monti) attuo’ l’impegno di affermare la credibilità dell’Italia, ottenuta con l’imposizione di tributi elevati. Ma sembra non abbia fatto quell’analisi sociale che è necessaria per capire quali strumenti e valori negativi hanno affermato ed installato nella società quel “potenziale di scasso sociale” che conduce il Paese ad una Caporetto.
E senza analisi corretta, neanche un governo di professori potrebbe dare un timone sicuro a quella barcaccia sgangherarta che si chiama Italia…La prossima associazione all’America Latina si capiva già tre anni fa. Ora è confermata, con stridore di denti, con stress e rabbia dei giovani disoccupati, ma anche di adulti che vorrebbero certezze, lavoro, serietà, diritti applicati.
Sarà forse opportuno svegliarsi?
Ulrich Realist