Oltre 30 persone sono rimaste uccise oggi dai raid della Turchia nel nord della Siria controllato dai curdi. Per Ankara si tratta di militanti, ma secondo altre fonti le vittime sono per la maggior parte civili innocenti. I raid sono arrivati nel quinto giorno dell’operazione ‘Scudo dell’Eufrate’, l’offensiva lanciata dalla Turchia contro l’Isis e i combattenti curdi dell’Ypg, sostenuti dagli Stati Uniti e a loro volta in lotta contro i jihadisti.
“Combatteremo l’Isis e i ribelli curdi con la stessa determinazione”, ha tuonato il presidente Recep Tayyip Erdogan da Gaziantep, dove ha reso omaggio alle 54 vittime dell’attentato di una settimana fa ad una festa di nozze. Secondo l’Osservatorio l’attacco di oggi aveva come obiettivo il villaggio Jub al-Kousa, 15 chilometri a sud di Jarablus, l’ex roccaforte dell’Isis riconquistata dalle forze turche qualche giorno fa. Qui ieri durante un attacco con razzi da parte dei militanti curdi, è morto il primo soldato turco in Siria. Molte di più le vittime lasciate sul campo oggi. Almeno 35 civili e 4 militanti curdi secondo la ong siriana che parla anche di 50 feriti. In un comunicato, Ankara invece rivendica in una nota ufficiale l’uccisione di 25 membri dell’Ypg nella stessa zona. (con fonte ansamed)