La trimurti di Ventotene si ritira, per gli italiani arriva la patrimoniale?

 

Mentre la trimumurti Hollande, Merkel, Renzi celebrava a Ventotene il fallimento dell’unione europea, concludendo il vertice con un nulla di fatto se non l’ennesima riprova del dominio tedesco con la bocciatura di qualsiasi flessibilità e deroga dai parametri di austerità in nome della crescita, per l’Italia si prepara un autunno dalle tinte fosche.

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I dati sul PIL del secondo trimestre, inchiodato allo 0,00% di crescita a causa delle fallimentari politiche di questo governo e dei due precedenti, hanno dimostrato l’inaffidabilità delle previsioni del ministro dell’economia Padoan che da quando è stato nominato non ha mai centrato uno che uno degli obiettivi programmati. In una qualsiasi azienda privata, con simili risultati, si sarebbe cacciati su due piedi, magari con una bella azione di responsabilità sul groppone. In politica, invece, si è autorizzati a continuare a far danni, specialmente quando non si è stati neppure eletti, quindi senza dover rspondere – almeno teoricamente – a chi li avrebbe voluti – Padoan & Renzi – al governo.

Tornando subito ai fatti concreti, però, perché diciamo che l’autunno in arrivo sarà a tinte fosche? Perché non avendo incassato maggiore flessibilità dal vero comandante della Ue, ovvero la Merkel, il governo italiano si trova nella situazione di dover racimolare tra i 10 ed i 17 miliardi di euro in contanti oltre a quelli previsti, per non sforare i parametri degli oligarchi Ue che farebbero scattare le procedure di infrazione. E si badi bene che in questo caso le pur terrificanti condizioni delle banche italiane non c’entrano: qua si sta parlando del bilancio dello stato in quanto tale.

La strada maestra per rastrellare la gigantesca somma suddetta sarà sempre quella: aumento della pressione fiscale (alla faccia delle roboanti dichiarazioni del primo ministro sulla “prosecuzione dell’abbassamento delle tasse”, di cui gli italiani a dire il vero non si sono mai accorti) e taglio dei servizi sociali che si ripercuoteranno ulteriormente sui consumi e sull’occupazione.

Parliamoci chiaro: se si tolgono soldi dalle tasche dei cittadini, i consumi non possono che scendere, abbattendo ulteriormente il PIL e costringendo ad ulteriori manovre correttive che, data l’assurda logica che governa gli oligarchi Ue, può portare solo al totale impoverimento dei cittadini.

D’altra parte, giova ricordare agli “smemorati” europeisti d’accatto che questo è quanto auspicava proprio Altiero Spinelli, considerato padre spirituale della prigione-Ue, quando affermava che l’Europa avrebbe dovuto eliminare o comunque limitare il più possibile la proprietà privata. E forse non è un caso che la trimurti sia andata a mettere fiori sulla sua tomba.

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Ma in ogni caso, questa volta Padoan potrebbe avere vita facile nell’impoverire i cittadini: le famigerate clausole di salvaguardia già ci sono e prevendono l’aumento delle accise sui carburanti e dell’IVA al 25,5%, ma potrebbe dare il “colpo d’ala” alla distruzione finale del tessuto economico italiano privatizzando tutto il possibile e farlo finire nelle mani di francesi e soprattutto tedeschi, sulla falsariga di quanto fatto dal governo greco, con la svendita a prezzi ridicoli degli aeroporti ellenici alla società tedesca Fraport.

Già, le privatizzazioni, questo è l’obiettivo vero dell’austerità e delle “riforme” imposte dalla Germania grazie ad una classe politica imbelle italiana: mettere le mani sui gioielli italiani a buon mercato e poi dare un calcio nel sedere all’italico stivale. In fondo, una volta divenuti proprietari delle aziende italiane, la Germania avrà tutto l’interesse a far uscire “bonariamente” il nostro paese dall’euro dato che con la svalutazione il fatturato delle nostre imprese ripartirà, ma gli utili finiranno nelle casse di Berlino, Monaco, Stoccarda, anziché in quelle degli italiani, che saranno utilizzati come mano d’opera a basso costo, dato che sulla loro testa peserà per sempre la minaccia del “o accetti questo stipendio o sposto la produzione da un’altra parte”.

Non ci credete? E’ di questi giorni la vertenza tra Volskwagen e il gruppo Prevent in quanto la casa di Wolfsbusg chiedeva un taglio dei costi al fornitore per far fronte al pagamento della pesante multa comminata dagli USA per la truffa sui motori diesel. I tedeschi, non pagano mai per i propri errori, preferiscono farli pagare agli altri, come sempre hanno fatto nella loro storia, a partire dal taglio dei debiti di guerra.

Naturalmente gli “esperti” hanno pronta un’alternativa in classico stile sovietico, vizietto mai cancellato dal Pd: una bella patrimoniale sugli italiani, così da impoverirli subito di un 10-15% del loro patrimonio e rendere ancora più felici gli oligarchi Ue, che potranno sistemare in modo “soft” le magagne di Deutsche Bank, che da sola vale più della metà dei soldi necessari a sistemare tutto il sistema bancario italiano.

Ma come sempre le pecore nere siamo noi italiani, vero?

Su tutto questo panorama desolante “brilla” si fa per dire l’eterno provincialismo italiano che aggrava la situazione. Volete un esempio?

E’ di questi giorni la notizia che l’Alfa Romeo Giulia, interamente prodotta in Italia, stia ottenendo consensi ampiamenti positivi dalla stampa specializzata estera, battendo nelle valutazioni anche le “consolidate” berline teutoniche del trio Audi-Bmw-Mercedes. Peccato che sia denigrata dagli italiani, che inneggiano ai motori tarocchi tedeschi.

Forse, qualche colpa ce l’abbiamo anche noi italiani, sempre pronti ad apprezzare tutto quello che viene dall’estero e disprezzare ciò che produciamo in Italia.

E Renzi da questo punto di vista non tradisce il provincialismo: avesse più spina dorsale, non fosse un burattino a molla “caricato” da Napolitano a Palazzo Chigi, avrebbe sonoramente sbattuto i pugni sul tavolo e portato a casa, ad esempio, quello che hanno ottenuto Spagna, Portogallo, Francia, che se ne sono infischiate dei diktat Ue e dell’abbaiare del cane da guardia Schaeuble e hanno sforato i vari patti, senza incorrere in alcuna sanzione della Commissione degli oligarchi di Bruxelles.

Invece, questo autunno Renzi-Padoan tenteranno in nome “dell’Europa” di rapinare in un modo o nell’altro gli italiani.

Sempre che – però – il burattino a molla non perda il referendum sulla riforma “costituzionale” firmata Maria Elena Etruria Boschi.

Accadesse, invece dell’inverno arriverebbe la primavera. Dell’Italia.

Luca Campolongo – – IL NORD