“In economia non esistono pasti gratis” (Milton Friedman)

 

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Anche la Chiesa cattolica conferma questa massima. Un cattolico, fondatore del primo partito di ispirazione cattolica, Don Sturzo era contro lo statalismo invadente, tanto che la Pira giunse a dire che “tornando dall’esilio, Don Sturzo era rincretinito”, solo perchè il prete ribelle – nel tentativo di creare in Italia una società cristiana e socialista, seguitò a fare nei suoi ultimi anni una durissima critica allo statalismo, al demagogico populismo, a bacchettare i politici in cerca del potere per il potere. Queste critiche sono, a distanza di anni, pagine di una grande modernità, o meglio delle profezie.
Ma Don Sturzo si chiede ancora: “Cos’è l’economia? Come si produce la ricchezza di una Nazione? Come si perde? E che rapporto ha tale attività con l’etica? E soprattutto con gli uomini, in carne ed ossa, al cui benessere l’economia dovrebbe servire? E arriva ad affermare che “l’economia senza l’etica è diseconomia”.

Il pensiero di Sturzo è ancorato a un fondamento antropologico: l’uomo ha tre esigenze fondamentali:
a) L’affettività e la perpetuità della specie a cui corrisponde la famiglia;
b) L’esigenza di garanzia di ordine e difesa, che può essere soddisfatta dallo Stato
c) La finalità etico – religiosa, che verrà soddisfatta dalla Chiesa

Ma un grande Papa sostanzialmente conferma le parole di Don Sturzo.
Il Beato Giovanni Paolo II, più di 20 anni fa, nell’enciclica “Centesimus annus” del 1991 (era il centenario della Rerum Novarum) al paragrafo n. 48 diceva:
“…disfunzioni e difetti nello Stato assistenziale derivano da un’inadeguata comprensione dei compiti propri dello Stato. Anche in questo campo deve essere rispettato il “principio di sussidiarietà”: una società di ordine superiore non deve interferire nella vita interna di una società di ordine inferiore, privandola delle sue competenze, ma deve piuttosto sostenerla in caso di necessità e aiutarla a coordinare la sua azione con quella delle altre componenti sociali, in vista del bene comune“.

Subito dopo, commentando le parole del Papa, l’IDIS, una associazione culturale cattolica, dichiara: …..“Per uscire dall’attuale situazione è necessaria una progressiva riduzione dell’intervento pubblico e la rivalutazione dell’iniziativa privata, sia in campo economico che sociale. È urgente, pena un’inevitabile e prossima crisi fiscale, la cessazione dell’assistenzialismo di Stato e la restituzione alla persona, alla famiglia, ai corpi intermedi, alla società nel suo insieme, di tutte le funzioni che loro competono e che lo Stato ha, in modo indebito, avocato a sé”.

Ma i politici italiani (anche i democristiani) non hanno capito e accettato questi saggi ammonimenti del Beato Giovanni Paolo II, e non hanno frenato la corruzione e l’invasione dello Stato nel privato e nella responsabilità delle famiglie. Dopo anni di ruberie e di corruzione e solo dopo due anni dagli ammonimenti del Beato Giovanni Paolo II, esplode lo scandalo di “Mani Pulite”.

Carlo Violati

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One thought on ““In economia non esistono pasti gratis” (Milton Friedman)

  1. “Mani pulite” fu un golpe per eliminare Craxi che si opponeva alla svendita delle aziende pubbliche ed aveva commesso lo “sgarro” di Sigonella. I risultati di “mani pulite” li vediamo oggi: ex-comunisti al potere (golpe) aziende pubblice svendute, banche depredate, l’Italia saccheggiata ed invasa…
    Don Sturzo fondò un partito “cattolico” contro il volere del Papa (contrario alla democrazia) dunque nacque già in contraddizione: ipocrita dalla culla, poi è stato peggio.
    Infine c) Bergoglio che si occupa di “etica” … no comment

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