Una occupazione del Comune contro se stesso. Perché l’ Unione Inquilini si é associata direttamente alla occupazione abusiva. E la cosa pone dei problemi gravissimi, anche politici.
Infatti la storica associazione, benché nota per le sue simpatie di estrema sinistra, si era sempre presentata come “istituzionale”, dedita a rivendicazioni e non già al sostegno diretto della illegalità e dei reati. Ed è anche un interlocutore privilegiato della amministrazione sui temi abitativi.
Addirittura a Milano è ospitata in qualche caso in edifici del comune (si veda in proposito una immagine sel sito Internet di Unione Inquilini, dove risulta che ha un ufficio presso la sede del Comune di via Ungheria).
Ora, come è possibile interlocutore del Comune e venga ospitata in locali comunali una associazione che promuove lâà illegalità e i reati?
Ma quello della Unione Inquiliniè solo uno dei tanti problemi di questa occupazione abusiva.
Un altro, clamoroso,è il sostegno diretto di questa occupazione da parte di membri della Commissione Comuale per l’ assegnazione degli alloggi di case popolari. Si veda qui in proposito.
Il racket delle occupazioni in Lombardia non prevede soste o ferie: sono passati 3 mesi da quando è iniziata l’occupazione abusiva di un grande edificio di Milano (8 piani e un centinaio di appartamenti) in via Oglio (zona Corvetto), da parte del collettivo “Aldo Dice 26 X 1”. Centri sociali, meglio : la volante rossa della giunta del compagno Beppe.
Il nome originale e “simpatico” di questo nuovo collettivo (fa venire in mente Aldo Giovanni e Giacomo) è stato probabilmente studiato per dissimulare la natura di questa nuova occupazione, quasi a volerla far sembrare una cosa diversa dalle “solite” occupazioni targate centri sociali e anarchia, che non sono molto popolari. E in effetti tutto sembra congegnato per dare una immagine più “rispettabile”: assenza di graffiti, pochi striscioni, occupanti provenienti da famiglie prevalentemente italiane e in lista d’attesa per l’ assegnazione di alloggi popolari, collaborazione con associazioni semi-istituzionali come la “Unione Inquilini”, appoggio di membri della Commissione Comunale per l’assegnazione di alloggi popolari..
Insomma, a sua insaputa il Comune di Milano occupa le sue case popolari…..e alla fine la paternità della manovalanza della occupazione si riveli la stessa si sempre: area anarchica e antagonista. Tant’ è che gli organizzatori della requisizione non hanno resistito alla tentazione di lasciare da qualche parte, sia pure un po’ nascosto, il solito simbolo dei centri sociali, e cioè la saetta che rompe il cerchio. Lo vediamo nella “trattoria sociale” dell’ edificio occupato.
DI ANGELO MANDELLI