L’ex direttore del National Security Council per la difesa e il controllo degli armamenti al tempo di Bill Clinton e ora collaboratore dell’ex senatore democratico Sam Nunn nella Nuclear Threat Initiative, ha chiesto che gli Stati Uniti ritirino tutte le testate nucleari dalla Turchia e dall’Europa.
È quanto afferma Steve Andreasen in un editoriale concessogli dal Los Angeles Times, citando l’aggressione iraniana all’ambasciata americana di Teheran nel 1979 come un caso di mancata azione cauta in una situazione pericolosa, che dovrebbe servire ai dirigenti politici di oggi. “La crisi degli ostaggi del 1979 dovrebbe insegnarci l’importanza di rispondere in modo attivo a minacce ovvie e rimuovere obiettivi vulnerabili, una lezione che dovrebbe essere applicata ora, se in Turchia sono stazionate armi nucleari americane”.
Andreasen fa notare che il comandante della base aerea di Incirlik, laddove si pensa siano immagazzinate novanta testate atomiche americane, è stato arrestato dopo il tentato golpe del 15 luglio contro il governo di Erdoğan. Che cosa sarebbe accaduto se Erdoğan avesse ordinato alle truppe a lui fedeli di puntare le loro armi sui soldati americani di guardia a tale arsenale nucleare?
Andreasen ha poi esposto l’analogo caso dell’Europa, ove le condizioni di sicurezza sono state ampiamente indebolite a causa dell’impennata di attentati terroristici e della vorticosa instabilità politica.