La Folgore contro l’Isis: docufilm sull’intervento dei corpi speciali italiani in Libia
video di Claudio Bernieri-musiche originali di Luciano D’Addetta
L’Italia è in guerra a sua insaputa: una scelta vergognosa, nata dalla incapacità di un governo buonista e “islamicamente corretto” di leggere l’arrivo di migliaia di immigrati al giorno sulle coste italiane con le dure lenti della realtà: una vera e propria invasione, pilotata da stati esteri, per destabilizzare la nostra nazione.
Per fermare in qualche modo questa invasione, ma senza allarmare troppo i suoi sponsor politicamente corretti, ( il papa argentino, la setta dei gesuiti, i banchieri dei salotti buoni, il Pd) il governo Renzi ha mandato ipocritamente le sue forze speciali, ma in incognito, contro l’Isis. E’ una guerra sottotono, con tanti se e tanti ma.
Ma cosa succederebbe in un paese normale, fiero delle proprie tradizioni ( pensiamo all’Inghilterra) di fronte a organizzazioni schiaviste che lucrano sulla disperazione di milioni di africani che sognano il paradiso in Italia? L’esercito partirebbe con fanfare, appoggiato dall’opinione pubblica, dai media, dagli intellettuali consapevoli che è solo con le armi che si difendono i confini del proprio paese,
Ecco le motivazioni di questo documentario, o meglio, un docufilm, in cui realtà e immaginazione si uniscono per raccontare una storia che tutti sognano: lo smantellamento delle basi degli schiavisti e dei nuovi negrieri in Libia, ,per fermare l’arrivo dei cosìdetti gommoni, con l’intervento risolutivo ed energico a terra dell’esercito italiano.
Ecco allora il racconto di una giornalista che diventa inviata di guerra, e racconta un improbabile ma auspicabile sollevamento mediatico dei paracadutisti della Folgore, che trascinano l’imbelle governo italiano a intervenire in Libia e ad assumersi le proprie responsabilità: fare la guerra agli schiavisti, interrompere il traffico di carne umana, ma in modo chiaro, non ambiguo, di fronte alla storia.
Eccole ragioni di questo film nato per il web. Siamo in guerra. Diciamolo a fronte alta, diciamo che le fiaccolate e le marce della pace non servono a nulla, che l’invasione si ferma con le armi.